Altri
resti di cinghiali morti sono stati rinvenuti oggi dai volontari della LAC, a
seguito di un sopralluogo effettuato nello stesso tratto del fiume Esino, al
confine tra i Comuni di Matelica e Cerreto d'Esi, dove qualche giorno fa era
stata scoperta una discarica abusiva di questi animali. Anche questi resti
erano contenuti in sacchi neri per l'immondizia, ma da alcuni, essendo rotti,
sono fuoriuscite in acqua le interiora, le budella, la pelle scuoiata ecc... E'
evidente, quindi, che dopo questa ennesima scoperta, non si tratta più di un
caso isolato, come qualcuno in questi giorni si era affrettato a dichiarare,
cercando di minimizzare l'accaduto, ma di una vera e propria discarica di
carcasse nel fiume in avanzata fase di
decomposizione. Accanto alle carcasse dei cinghiali è stato anche rivenuto un
pesce morto. Sale quindi il livello di allarme e preoccupazione tra la
popolazione residente nella zona tra Cerreto d'Esi e Matelica per le possibili
conseguenze sulla salute, anche perché l'acqua dell'Esino viene comunemente
utilizzata per irrigare orti e campi lungo il fiume. Si richiede quindi un
monitoraggio lungo tutto il tratto del fiume Esino tra Matelica e Cerreto
d'Esi, perché non è escluso che possano esserci altre discariche del genere.
Intanto non sono stati resi noti ancora i risultati delle analisi effettuate
dall'Istituto Zooprofilattico di Marche e Umbria sui resti recuperati qualche
giorno fa e che potrebbero essere affetti da tubercolosi. Il
nuovo ritrovamento è stato segnalato al Corpo Forestale di Matelica.
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