E' morta ieri mattina nonna Rosa Pellicciari, vedova Cofani. Si è spenta, accudita amorevolmente dai propri cari, nella sua abitazione di Marischio dove ha vissuto per 101. Oggi alle ore 17,30 si svolgeranno i funerali nella chiesa parrocchiale della frazione. Radio Gold News ricorda una delle donne più anziane del comprensorio fabrianese con l'articolo scritto per il compleanno numero 100 pubblicato dal settimanale diocesano "L'Azione" nel 2011.
Il
segreto per arrivare a cento anni? “Bo! Ho faticato tutta la vita. Ora
Ringrazio Dio”. E’ emozionata Rosa Pellicciari nel raccontarmi il suo primo
compleanno a tre cifre. Nata il 22 dicembre 1911 a Ca’Maiano da una famiglia
numerosa con 9 fratelli e tanti parenti impegnati nell’agricoltura, Rosa, fin da
piccola, si è dedicata alla casa al punto che non andò mai a scuola
visto il bisogno di lavorare nei campi e nella stalla dei genitori. “Anche se
non ho studiato per niente, mi sono sempre rimboccata le maniche, senza
un giorno di vacanza. Ho fatto solo il viaggio di Nozze a Roma con mio marito
Angelo Cofani nel 1937. “Ero emozionatissima il giorno del matrimonio perché
amavo veramente mio marito. Quella volta era tutto un altro mondo: ci ha
sposato alle ore 8,30 del mattino don David Berrettini – il parroco di
Marischio ucciso dai tedeschi nel 1944 - un prete bravo e buono.” I ricordi
sono chiari, sembra raccontare fatti avvenuti pochi anni fa, eppure ne sono
passati tanti, come quando il marito partì per la seconda guerra mondiale… “Sono rimasta in famiglia e per diciotto mesi
non seppi nulla di lui. Era al fronte, ma era vivo, morto, o imprigionato? L’ho
aspettato e ogni giorno guardavo dalla finestra sperando nel suo ritorno.” La
famiglia si è poi allargata con l’arrivo di Gianfranco e Pietro. “Mi ricordo, coi
figli piccoli, quando dietro casa scavammo le buche, tipo grotta, per giocare e
nasconderci pane e vino. Erano tempi di guerra e bisognava attrezzarsi per
mettere da parte qualcosa perché non si sapeva come sarebbero andate le cose.”
Nel maggio 1988 rimase vedova e fino ad oggi è vissuta coi figli che l'hanno accudita,nel
migliori dei modi grazie alla dedizione delle nuore Luisa e Maria. La sua educazione religiosa l’ha
aiutata nei momenti difficili e la preghiera è stato il suo pane quotidiano:
“Ho pregato sempre e ho rispettato tutti: sono sempre andata d’accordo con
gli altri. Non c’è bisogno di bisticciare, ho voluto mantenere bella l’armonia di
casa”, che si respira anche oggi. “Mi ricordo le grandi feste quando si
ammazzava il maiale o per l’arrivo di un figlio o di un nipote”. Di sicuro, non
avrebbe mai detto di riuscire a festeggiare i cento anni. “L’importante è la
salute”, dice Rosa nel raccontare anche un incidente di percorso capitato
pochi mesi fa. “Mi sono rotta il femore, e ho dovuto ricominciare tutto da
capo, piano piano, anche se ho avuto paura di non farcela”. I medici, infatti,
erano indecisi se operare o meno. Dopo un grosso consulto e il miglioramento delle
condizioni cliniche della paziente, è arrivato l’intervento e la
riabilitazione.
Il
tempo scorre in fretta, Rosa sta per coricarsi per un pisolino pomeridiano,
riesco a intrattenerla per un ultimo aneddoto, che, per noi, è oro colato. “Ho
accolto sempre tutti. A casa mia c’è stato spazio sempre per tutti. Se il
tavolo è piccolo ci siamo stretti un pò di più e siamo stati bene lo stesso”.
Marco Antonini
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