lunedì 31 marzo 2014

SVEGLIA FABRIANESI E IL SOCIAL MARKET

I comunicati degli ultimi giorni rilasciati dai responsabili del social market, con cui hanno rimarcato il loro impegno a controllare gli utenti, altro non è che un meschino tentativo di uscire puliti da situazioni grottesche che in questi mesi si sono verificate. Infatti, oggi assistiamo a vere e proprie crociate inquisitrici nei confronti dei possessori delle social card, che se il servizio fosse stato attuato con la dovuta calma, con sapienza e molto meno pressapochismo non si sarebbero dovute verificare, oggi scopriamo che i promotori, gli assistenti sociali e altri non meglio identificabili, hanno commesso errori di valutazione macroscopici, e visto le forze umane messe in campo la cosa è grottesca. 3 assistenti sociali, uno psicologo e svariati personaggi periferici che compongono una commissione giudicatrice, ma la realtà dei fatti che abbiamo ricostruito attraverso colloqui con l’assessore Saitta, con i rappresentanti della Tulipano e alcune visite all’interno del market stesso, parlano di un progetto di altissimo spessore sociale organizzato e messo in piedi come una tombola parrocchiale, con le assistenti sociali incapaci di gestire le problematiche familiari, per altro a loro già note da tempo, e questo rende molto più preoccupante la scoperta delle truffe sulle social card, che potremmo con un pò di fantasia riproporre anche sulle attribuzioni dei punteggi delle case popolari, ad esempio, ed altro ancora: gli psicologi, che ben non si sa che ruolo ricoprano nel decidere se una famiglia ha fame o meno, e tutti gli altri coinvolti che singolarmente mandavano i richiedenti a ritirare la social card all’insaputa degli altri. Insomma è stata creata la classica immensa piovra che avendo come testa il social market, per il resto… un tentacolo non sa cosa fa l’altro. Oggi si parla di ritiro della tessera a chi esaurisce i punti tutti insieme in un singolo acquisto, perché secondo i promotori non è educativo, ma poi magari chi si comporta così abita che so, a San Giovanni e certamente non può venire a Fabriano tutti i giorni a fare spesa!! Oppure a chi non frequenta i corsi di educazione al risparmio, corsi per cui il promotore percepirà altri soldi, ma allora non era meglio destinare quei soldi magari a rifornire il social market di materie prime? Secondo i promotori è più educativo fare trovare una buona scorta di farina e uova con cui magari prepararsi pasta e pane , o una confezione di merendine fiesta, in alcuni casi scadute? Oppure perché il comune non ha ancora attivato il progetto di consegna degli orti sociali, legando tale progetto al social market, facendo seguito all’approvazione di una mozione presentata dal movimento 5 stelle? perché il dirigente responsabile non ha ancora redatto la determina attuativa di tale progetto, sicuramente più educativo di un corso tenuto da cervelli sconosciuti? Dal nostro modesto modo di vedere un’organizzazione di un soggetto sociale come il social market, è tutto da rifare, partendo dal sistema di attribuzione e distribuzione delle tessere, al tipo di prodotti da fare trovare, dai locali in cui posizionarlo, ecco, perché pagare l’affitto al proprietario dei locali, che per altro è un dipendente comunale, quando ci sono gli spazi all’interno del mercato coperto che sono vuoti e avrebbero per loro natura permesso anche una discrezione personale maggiore ai fruitori? passando per primo punto al completo smantellamento dell’apparato organizzatore che ha dimostrato in questi mesi di non essere assolutamente all’altezza della situazione, il comune ha agito in maniera approssimativa e superficiale all’apertura frettolosa al solo scopo di rifarsi la faccia dopo la barzelletta tares. I promotori hanno gestito da par loro il resto!!! Ma il discorso principale è che se si limita l’intervento al solo social market si va ad innescare un meccanismo di sussidiarietà tutt’altro che educativo e auspicabile, è necessario creare quegli strumenti che rendano il cittadino in difficoltà un po più indipendente nel prodursi alcuni alimenti e di conseguenza dargli la possibilità di gestire quei pochi euro che possiedono destinandoli in altre priorità anche di tipo sanitario. Un altro mezzo per rendere un po meno dipendenti. Ed è triste parlare di dipendenza. I cittadini in difficoltà non possono usufruire di soli strumenti di sussidio gratuito, potrebbero altresì essere impiegati per lavori che valorizzino il decoro pubblico o il mantenimento del verde pubblico attraverso l’utilizzo dei vaucher che già esistono.  

s.f.

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