Venti
sedute di allenamento di un’ora, praticando il Nordic Walking
(camminare con l’ausilio di bacchette da sci) unite a un intervento
di educazione alimentare, effettuate su nove persone affette da
Sindrome Metabilica, hanno dimostrato i giovamenti derivanti da
questo programma, messo a punto dall’Associazione Nordic Walkink
School, in collaborazione con il Comitato Regionale Marche, la
Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere e il patrocinio
dell’Asur Marche – Area Vasta 2, dell’Università di Camerino,
della Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana.
Progetto
multidisciplinare, i cui risultati sono stati presentati nel corso di
un convegno tenuto nella sala assemblea della Fondazione Carifac,
alla presenza di tutti gli attori dell’iniziativa che, come detto,
ha documentato, a partire dalla limitazione al ricorso della quantità
dei farmaci usati, quanti benefici derivano da un’attenta
nutrizione e costante attività fisica.
In
buona sostanza, un campione (utilissimo, è stato detto, sarebbe
estenderlo) di soggetti con sindrome metabilica, cardiopatica e
diabetica è stato sottoposto a una serie di prove di questa
disciplina sportiva che comporta tra gli altri vantaggi, un maggiore
dispendio di calorie e nello stesso tempo si è fatto seguire loro,
una dieta (gestita da Luca Belli e Giorgia Vici del Servizio Igiene
Alimenti e Nutrizione) impostata sulla composizione corporea
ricavata da diverse tecniche di valutazione.
I
risultati, tra tutti gli altri, come detto dalla dottoressa Colao del
Sian Asur Marche Area Vasta 2, ha evidenziato “Riduzione del peso,
della circonferenza di vita, miglioramento del rapporto massa
muscolare/massa grassa, aumento della muscolatura a livello del
tricipite e quadricipite”.
Al riguardo
il dottor Pompeo D’Ambrosio, dell’Unità Operativa di Medicina
dello Sport, ha posto l’accento sulla qualità e quantità
dell’alimentazione nel mondo occidentale odierno “Siamo una
popolazione ipernutrita e per questo occorre commisurare tutti i
parametri con lo stile di vita delle persone che dovrebbero
aumentare l’attività fisica , abolire il fumo, limitare l’uso di
alcool”.
La
dottoressa Patrizia Rosy Pelliccioni, dell’Unità Operativa di
Cardiologia dell’E. Profili”, sempre riferendosi ai risultati di
tale studio ha rilevato “miglioramenti nella capacità di
affrontare lo sforzo, in termini di glicemia, riduzione di
colesterolo e trigliceridi. Molto opportuno – ha soggiunto -
sarebbe ampliare questa osservazione ad un numero superiore di
soggetti”.
Osservazione,
questa ultima, riproposta dal dottor Franco Gregorio, dell’Unità
Operativa di Diabetologia dell’E. Profili” “Risultati
prevedibili come segno ma ancora più probanti in valore assoluto
considerando il campione esiguo dei soggetti interessati e la breve
durata della studio. Comunque, la riduzione delle glicemia, grazie ad
una seduta di Nordic Walking (700 calorie, durata media un’ora,
coinvolgimento del 90% della muscolatura) corrisponde a un aumento
del 30% del metabolismo giornaliero”.
In
chiusura, dopo l’intervento della dottoressa Elisa Ambrogiani, sul
sistema di sorveglianza dei fattori di rischio e misure di
prevenzione nella popolazione adulta (per l’area Vasta 2 il
livello di attività fisica il 28% è attivo, il 49% parzialmente
attivo, il 24% sedentario), il dottor Giampiero Marinelli, fautore
dello studio e del convegno “ha commentato “La passione per il
Nordic Walking e la professione di medico, mi hanno fatto accendere
l’interesse su questo progetto reclutando i nove soggetti
all’interno del territorio fabrianese. Gli esiti sono davvero
incoraggianti, la collaborazione di ogni realtà coinvolta è stata
totale, la risposta da parte degli utenti altrettanto, non resta
quindi che auspicare una replica allargata di questa
sperimentazione”.
Daniele Gattucci
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