La crisi economica rende difficoltosa per diverse
famiglie la possibilità di garantire gli studi ai propri figli e quindi la
scelta della scuola superiore verte sempre più verso istituti perchè si pensa favoriscano
un ingresso più immediato nel mondo del lavoro. I dati però parlano chiaro: la
percentuale di diplomati occupati è diminuita in modo proporzionale a quella
dei laureati. In realtà i media hanno
enfatizzato solo il calo dei laureati occupati trasmettendo il messaggio che in
una società globalizzata bisogna specializzarsi in un determinato settore,
acquisire quindi un sapere tecnico perché non c’è spazio per una formazione
completa come quella umanistica considerata spesso inutile nel “mondo
dell’economia”. Questa nuovo filosofia sta diventando quasi una moda tra i
giovani e anche i meno giovani che distruggono in questo modo il Liceo Classico
e una formazione culturale unica e invidiata in tutto il mondo. Lo Stato
sicuramente non è innocente, anzi, ha pilotato questo macchina distruttiva in
quanto, in questi ultimi anni, non ha fatto altro che adottare politiche
economiche e sociali volte a valorizzare un sapere nozionistico e tecnico
mirato ad addestrare i giovani che senza troppe riflessioni obbediscono ai
comandi di logiche consumistiche. Troppa cultura ed istruzione, nel senso più
pienamente formativo del termine, sono viste come qualcosa di superfluo o
addirittura pericoloso per la permanenza e lo sviluppo di un sistema incentrato
esclusivamente sull’economia. La situazione è drammatica, gli iscritti a questa
scuola calano ogni anno di più a livello nazionale e si comincia seriamente a
pensare alle conseguenze di questo problema. Tutti quelli che hanno fatto
questa scuola sanno che l’obiettivo della formazione classica non è quello di
limitarsi ad imparare a tradurre il latino e il greco e a conoscere la
letteratura così per un sapere fine a se stesso. Tradurre un testo latino o greco
ha una valenza formativa che va oltre, per esempio, la procedura rigorosa e
scientifica applicabile ad un problema di matematica che nello studio
scolastico si esaurisce in se stesso, significa dunque anche confrontarsi con
il diverso sul piano linguistico e culturale. Non si può tradurre se non ci si immedesima
nel diverso sforzandoci di comprendere il modo di pensare e comunicare di un
autore che è vissuto in un contesto lontano nel tempo e quindi diverso dal
nostro. Tutto questo metodo di studio, unito ovviamente alle altre discipline,
contribuisce alla creazione del senso storico e sviluppa una grande capacità di
riflessione e creatività. Niente può sostituire questa formazione culturale
così complessa e completa. Ovviamente oggi lo studio della lingua straniera è
fondamentale, ma nemmeno tale studio è in grado di dare a livello formativo
quello che si acquisisce con la conoscenza dell’antichità, oltre al fatto che
il difficile approccio con le lingue antiche facilita quello con le lingue
straniere moderne perché una volta aver sperimentato e compreso la logica che
c’è dietro lo studio delle lingue antiche si hanno delle conoscenze
grammaticali che permettono un apprendimento più immediato delle lingue straniere
moderne molte delle quali non hanno una sintassi e una grammatica della portata
del latino e del greco. Insomma lo studio classico si può definire come una
palestra per un qualsiasi altro tipo di studio più specialistico, una base che
spinge i giovani a sviluppare un grande senso critico utile sia a livello
professionale che personale in quanto studiare l’uomo e tutto ciò che lo
riguarda serve per conoscere se stessi e gli altri, guardare il mondo senza
paraocchi sforzandoci di comprendere e rispettare ogni forma di diversità. E’
una formazione infatti a 360 gradi che per prima cosa riguarda la persona,
solamente con il tempo e solamente con il passare degli anni l’alunno riesce a
capire pienamente quanto sia formato rispetto a chi ha frequentato altri tipi
di scuole. Il liceo classico è una scuola adatta a tutti e di tutti, appassiona
e arricchisce di un qualcosa che nessuno potrà mai portare via. La perdita di
iscritti è la perdita di un Italia che dimentica le sue radici e che pretende
di guardare avanti senza conoscere ed imparare dal proprio passato.
LA SITUAZIONE DEL
LICEO CLASSICO STELLUTI
La crisi del Liceo Classico si sente anche a livello
locale. Il Liceo Classico “Francesco Stelluti” di Fabriano mostra i suoi
progetti e cerca di far riflettere il comprensorio fabrianese che mai come ora
ha bisogno di una scuola che insegni l’humanitas, il senso critico e la
consapevolezza di vivere in un mondo in cui serve logica ed intelletto e che
necessita di valori e di cultura; Fabriano deve puntare sul proprio patrimonio
culturale che purtroppo molti fabrianesi non conoscono. Innanzitutto il Liceo
di Fabriano intende subito fare chiarezza sulla prossima classe dell’anno
scolastico 2014-2015. Si sta diffondendo una notizia sul fatto che a settembre lo
Stelluti non avrà l’indirizzo classico, ma tutto questo non è vero e la
diffusione di questa voce reca danno a molte famiglie che convinte dell’assenza
di questa sezione decidono di non iscrivere il proprio figlio a questa scuola. Il
preside del Liceo Francesco Maria Orsolini risponde infatti a questa “cattiva
pubblicità” con nuovi progetti proprio per la futura classe ad indirizzo
classico. Dopo il successo della classe 2.0 sperimentata su un terzo anno
classico, la scuola ha deciso che anche la prossima sezione di questo indirizzo
aderirà al progetto che consiste nello sperimentare una didattica più
innovativa incentrata su una partecipazione collaborativa attraverso l’uso di
tecnologie rese a completa disposizione di ogni studente. L’iniziativa è volta
alla realizzazione di un social network dedicato all’apprendimento e alla
costruzione del sapere. E’ un progetto che si aggiunge alla solita routine
scolastica e che impegna e allo stesso tempo stimola i ragazzi ad impiegare le
tecnologie per la conoscenza del sapere classico. La classe che ha sperimentato
questo tipo di lavoro lo ha fatto in collaborazione con una terza media della
scuola Marco Polo che ha dimostrato di seguire bene il lavoro attratta dal
binomio tecnologia- cultura classica. In questo progetto il liceo nomina un
insegnante guida che segue e imposta il lavoro e il tutto avviene con una
sinergia incredibile tra i vari studenti, i professori e le due scuole
coinvolte. “Il nostro obiettivo è quello di aggiornare, innovare la formazione
classica che deve però rimanere alla base del percorso di studi.” Queste sono
le parole del preside che aggiunge: “Intendiamo inoltre valorizzare l’inglese,
far partecipare il maggior numero di studenti alle certificazioni di lingua,
introdurre soggiorni studio all’estero, che di solito erano riservati
esclusivamente all’indirizzo linguistico, anche per l’indirizzo classico e
inserire una docente madre lingua che lavora affiancata al docente di inglese.”
Il preside spiega che la scuola vuole il più possibile formare e stimolare gli
alunni attraverso progetti interdisciplinari non solo come quello del 2.0, ma
anche con altri creati con la collaborazione di docenti delle varie discipline
che si impegnano, ad esempio, a far studiare in simbiosi vari filosofi greci in
campo matematico e scientifico oltre che ovviamente letterario e linguistico,
in modo tale da creare un’ integrazione tra i vari saperi, facendo quindi
seguire allo studente un percorso di studio armonico tra le varie discipline
che non devono costituire un fine ma un mezzo per il raggiungimento di una
formazione completa che permette l’accesso ad ogni tipo di studio
universitario. Inoltre, precisa il preside, questi progetti che mirano
all’interdisciplinarietà valorizzeranno anche la matematica, materia che non
deve e non sarà messa in secondo piano anche se famosa per essere la più ostile
tra gli studenti del classico da sempre. Il liceo classico è sempre una scuola
al passo con i tempi perché anche se cambiano le epoche c’è sempre bisogno di
umanità e di menti aperte e critiche in un mondo in trasformazione.
FRANCESCA AGOSTINELLI
FRANCESCA AGOSTINELLI
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