Con la Delibera n. 19 del 30 Gennaio 2014, la Giunta municipale di Matelica ha approvato una variante parziale al P.R.G. per una parte dell'area dei Cavalieri che, di fatto, elimina l'ambito di tutela orientata di 90 metri dal fiume Esino e quello di 45 metri dal fosso di Pagliano, riducendo la fascia di rispetto dai corsi d'acqua ai soli 30 metri della tutela integrale. Tutto questo per permettere la realizzazione di una pista di motocross che ospiterà un Centro Tecnico Federale per discipline motoristiche come motocross, enduro e trial. A parte il fatto che di un'altra pista di motocross a Matelica e nel nostro territorio non se ne sentiva certo il bisogno, in quanto praticamente quasi ogni comune ne dispone già di una propria: Esanatoglia, Castelraimondo, San Severino, Cingoli ecc... Quindi non si comprende perché non sia possibile ospitare il Centro Tecnico Federale in una delle piste di motocross già esistenti nella zona, visto che peraltro alcune di esse hanno ospitato in passato anche prestigiose competizioni motoristiche di livello internazionale. Inoltre, secondo noi, individuare una pista di motocross proprio alle porte di Matelica non rappresenta certo il miglior “biglietto da visita” per la città, senza parlare poi dell'inquinamento acustico e dell'aria che una simile attività apporterà all'ambiente della zona e alla gente che vi abita. Ma la cosa ancor più preoccupante è che l'area interessata dalla pista di motocross è limitrofa sia alla centrale biogas, da cui la divide il fiume Esino, sia all'area industriale dei Cavalieri dove, come si saprà, il Comune di Matelica ha approvato giusto lo scorso anno la famosa variante per permettere l'insediamento di industrie insalubri di 1 e 2 classe. Non vorremmo quindi che, con la scusa di permettere la realizzazione della pista di motocross, vi sia in prospettiva un progetto complessivo di indebolimento dei vincoli ambientali dell'intera zona dei Cavalieri – Pezze dove, come detto, è ubicata anche la centrale biogas. Ricordiamo, infatti, che una delle principali motivazioni del ricorso al TAR contro la centrale, tuttora pendente, è proprio quello del mancato rispetto del vincolo della distanza dal fiume Esino della centrale stessa!
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