Venerdì 30 agosto si è conclusa
la prima parte della campagna di scavi presso il sito di Attidium. Le indagini
conoscitive, condotte su concessione del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, in accordo con l’Università degli studi di Perugia e la
Soprintendenza ai Beni Archeologici delle Marche, sotto la direzione
scientifica delle Prof.ssa Donatella Scortecci, hanno non soltanto permesso di
chiarire con maggior sicurezza l’esatta estensione dell’impianto termale già
parzialmente indagato a più riprese nel corso degli anni ’90 dalla
Soprintendenza delle Marche, ma hanno anche consentito l’individuazione di
numerose altre strutture, la cui esatta cronologia e destinazione d’uso deve
essere ancora chiarita. Un preliminare studio dei materiali ceramici sino ad
ora rinvenuti pare comunque documentare una frequentazione del sito protrattasi
almeno sino al IV – V secolo d.C.,
seguita da un lungo periodo di abbandono. Ulteriori analisi permetteranno di
definire una seriazione cronologica più precisa, in grado di associare i diversi manufatti alle varie
strutture. Le operazioni di scavo sino qui
condotte, coordinate sul campo dagli archeologi Alessio Pascolini e Luca
Boldrini, hanno permesso nello specifico di determinare con esattezza la
planimetria e l’articolazione interna di due nuovi ambienti pertinenti
all'impianto termale.
Lo scavo dei due vani, non ancora ultimato,
arricchirà ulteriormente la conoscenza dell’intero complesso, consentendo di
chiarire funzione e utilizzo dei diversi ambienti in cui l’intero impianto termale
si articolava. Non meno interessante è risultata
l’individuazione di numerosi altri piccoli ambienti posti nella porzione
settentrionale dell’area di scavo. Le profonde arature praticate in passato nel
terreno ne hanno fortemente danneggiato le strutture murarie, preservate in
alzato ormai soltanto per poche decine di centimetri. Ciò non ha tuttavia
impedito di individuare un piano pavimentale realizzato interamente in laterizi
di grandi dimensioni, molto ben conservato, e un complesso sistema di gestione delle acque piovane e delle acque
nere, costituito da discendenti in laterizi, canaline di scolo e impianto
fognario. Da lunedì 2 settembre un nuovo
gruppo di studenti, continuando ad usufruire delle forniture di vitto e
alloggio garantite dall’Associazione "Gli Attidiati" e dalla Parrocchia di S.
Giovanni Decollato, subentrerà al precedente nelle operazioni di scavo. Oltre a
completare l’indagine dei due ambienti pertinenti all'impianto termale e ad
approfondire l’articolazione del sistema idrico individuato, le operazioni
saranno volte ad ampliare ulteriormente l’area indagata con l’obiettivo di
comprendere meglio il funzionamento dell’intero complesso. Resta infatti da
chiarire, tra le altre cose, la natura stessa del complesso: se riferibile ad una
villa suburbana o se riconducibile ad una domus urbana. L’associazione
"Gli Attidiati" ha attivato una fanpage su Facebook dove è possibile
seguire nei dettagli lo sviluppo della campagna di scavo oltre che avere
informazioni dettagliate sulle iniziative dell’associazione.
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