Sulle
vicende avvenute giovedì scorso ad Ancona sembra opportuno fare i dovuti
chiarimenti e le dovute precisazioni. In primo luogo mi preme sottolineare come
il Comune di Ancona non abbia provveduto allo sgombero dell'ex scuola materna
“Regina Margherita” sic et empliciter, direttamente e senza preavviso, ma solo
a seguito di ripetuti contatti e trattative con gli occupanti al fine di
convincerli a spostarsi pacificamente presso luoghi di accoglienza idonei alla
loro permanenza. Si deve dire, infatti, che sulla struttura dell'asilo il
Comune di Ancona aveva già sviluppato dei piani di recupero, al fine di
destinarlo a laboratorio sociale per ragazzi; inoltre l'immobile era stato
dichiarato parzialmente inagibile, rappresentando quindi un pericolo per
l'incolumità anche di coloro che l'avevano occupato. Vi è da dire come già a
seguito dei primi contatti del Comune con gli occupanti alcuni di essi abbiano
deciso di allontanarsi dalla scuola materna verso altre strutture di
accoglienza; e vi è da dire che nessuno, a seguito dello sgombero, è stato
lasciato indietro, nessuno è stato gettato per strada, avendo predisposto
l'amministrazione di Ancona gli strumenti idonei e necessari all'accoglimento
di queste persone. Tutta la situazione che sopra ho riportato era ben nota agli
organizzatori dell'occupazione i quali, nonostante siano stati più volte
avvisati della necessità di sgomberare lo stabile, hanno preferito mantenere
una linea di non-dialogo, di opposizione rispetto a qualsivoglia soluzione
condivisa, certamente non facendo il bene delle persone che veramente avevano –
ed hanno – la necessità di trovare un luogo dove poter vivere dignitosamente.
Anzi, di fronte allo sgombero, atto necessitato da parte della Amministrazione
Comunale di Ancona per tutti i motivi che sono noti, e di fronte al disagio
delle persone occupanti che dovevano essere accompagnate nelle strutture di
accoglienza già predisposte, un piccolo gruppo di facinorosi hanno preferito
dare priorità agli atti di violenza che ben conosciamo, distaccandosi dal
corteo pacifico che si era creato e facendo irruzione nella sede provinciale
del PD. Con un atteggiamento degno del più esecrabile squadrismo fascista
questi individui hanno divelto la targa del partito, buttato dalla finestra le
bandiere e danneggiato la sede. Non solo, ma è stata loro ferma intenzione
diffondere notizie false e del tutto diffamatorie, volendo far apparire alla
opinione pubblica che a seguito dello sgombero sarebbero stati buttati per
strada tutti gli occupanti: cosa impensabile, e assolutamente non veritiera. La
condanna a tali azioni deve essere chiara e decisa: tanto più che queste sono
state portate avanti da soggetti appartenenti a famiglie più che benestanti il
cui unico interesse era realizzare atti violenti e sovversivi,
strumentalizzando la situazione precaria e tragica della povertà delle persone
direttamente coinvolte; l'unico reale scopo di questi individui è stato quello
di gettare discredito e ottenere visibilità a discapito delle disgrazie altrui.
La reazione del Partito Democratico sarà ferma e decisa: i responsabili sono
stati già individuati dalle forze dell'ordine e sono già state depositate le
denunce. Non è ammissibile che, in una democrazia, le proprie ragioni vengano
portate avanti mediante l'uso della violenza. Purtroppo questi periodi ci hanno
abituato alle forme più bieche e becere di manifestazione del dissenso: dagli
insulti nelle aule parlamentari, alle aggressioni alle sedi dei partiti; dallo
spregio e vilipendio alle istituzioni, alla violenza sulle persone che la
pensano diversamente. Si deve tornare ad una civiltà anche nella manifestazione
della propria contrarietà a determinate scelte, ad una democraticità del
dissenso. Se non saremo in grado di opporci con fermezza a manifestazioni come
quelle a cui abbiamo dovuto assistere giovedì ad Ancona, avremo fallito
miseramente nella battaglia tra l'affermazione dei principi democratici e
costituzionali ed il prevalere della barbarie e dell'inciviltà.
Michele Crocetti
Segretario Pd Fabriano