Accesso agli atti negato e impossibilità a reperire l'elenco dei beneficiari di fondi pubblici. È la denuncia del gruppo consiliare del Nuovo centrodestra in merito alla graduatoria del bando per l'assegnazione di 10 voucher lavorativi finalizzati alla pulizia della città e a quello relativo all'elenco dei beneficiari dei buoni lavoro nelle frazioni.
Giovanna Leli, Danilo Silvi e Urbano Urbani hanno già presentato una nuova interpellanza consiliare. «Il diritto di accesso agli atti dei consiglieri comunali è per legge pressoché illimitato ed è consentito agli stessi per esercitare le funzioni di indirizzo e di controllo delle attività comunali». Ancor più grave, secondo Ncd, che tale diniego venga formulato ai consiglieri di minoranza «che sono deputati ad un maggior esercizio di controllo, tanto più su un argomento tanto importante e delicato quale quello delle opportunità lavorative e dei lavori socialmente utili tramite i voucher che prevedono l'erogazione di denaro pubblico».
Per il momento si tratta di un diniego solo «verbale» e per questo i consiglieri del Ncd auspicano «che tale posizione di chiusura e di mancata trasparenza venga rivista, anticipando sin da ora che sarà nostra intenzione far valere questo diritto in tutte le sedi competenti».
Ncd poi ricorda, «al fine di far comprendere ai cittadini come vengono spesi i soldi pubblici», il fatto che «il Consorzio Forestale Monte Maggio Monte Nero, con sede in Campodonico, abbia percepito dal Comune finanziamenti per 120 mila euro in un anno, sottoscritti dal presidente del Consorzio stesso e delle Comunanze Agrarie di Campodonico Belvedere Casali. Pertanto ci sembra ancora più assurdo non poter sapere quali e quanti cittadini hanno potuto usufruire dei buoni lavoro per la pulizia delle frazioni. Vogliamo sapere come sono stati spesi questi soldi e chi ne ha beneficiato».
Per questo Leli, Silvi e Urbani hanno già presentato un’ulteriore interpellanza per «ottenere dall'Amministrazione ulteriori chiarimenti e aggiungiamo che forse con questa importante cifra si sarebbe potuta salvare l'Unifabriano». (Il Messaggero)
Nessun commento:
Posta un commento