Ai giovani si rimprovera sempre di
essere ormai apatici, poco dinamici, trentenni a casa in attesa che il futuro
venga a bussare alla loro porta. E generalmente non succede mai. Sei giovani
matelicesi, coraggiosi, motivati, amanti della propria città, hanno dimostrato
che se si vuole, i cambiamenti si posso anche creare, senza aspettare che
cadano dall'alto. Belli, visi puliti, un po' emozionati ma motivati e concreti
nell'esporre un progetto alla collettività matelicese che riguarda il
territorio per il territorio. In un momento nero dove i giovani una volta
terminati gli studi, cercano nuove strade per crescere e formare la propria
voglia di migliorarsi altrove, perché, di solito, le piccole cittadine nei
momenti di crisi, poco possono offrire, hanno dato il via ad corso
completamento opposto. Tutto nasce da un idea di Valentina Pallotti,
classe 1987, laureata in Architettura a Ferrara e studentessa di un master
presso l'Università Roma 3 sul "micro intervento sociale
sul territorio" che ha per oggetto la promozione della riprogettazione di
strutture già esistenti nella ricollocazione anche degli spazi e degli edifici.
Pallotti decide di presentare la propria tesi sulla riqualificazione di un
edificio utilizzato nella storia della cittadina come MERCATO COPERTO ma che
per una serie di motivi negli ultimi tempi, dopo la vendita e la
privatizzazione dell'edificio non rispondeva più alla sua funzione storica. Valentina
decide di dar vita assieme ad alcuni suoi amici ad un "gruppo" di
giovani motivati e volitivi, Marco Riganelli, Francesco Mentonelli, Marta
Pallotta, Francesca Pettinelli e concentrare le loro energie basate su ambiti e
vocazioni diverse, in un progetto di riqualificazione dell'edificio. Ma il
progetto porta in se una voglia di rivalutazione non solo dell' edificio,
stesso ma anche quello di dare un "anima" all'edificio rivolta
a promuovere una serie di iniziative strettamente collegate fra loro, per poter
dar vita ad una rete, ad un sistema economico, ad un laboratorio di
eventi non solo enogasteonomici ma anche culturali, didattici, formativi aperto
ad ogni iniziativa a cui la collettività sia interessata a promuovere e a far
crescere. I giovani hanno presentato il loro progetto in base alle diverse
competenze, architettoniche, legali, di marketing territoriale, comunicazione e
cultura. Ogni punto preso puntigliosamente in considerazione per non
lasciare nulla al caso. Iniziative di questo tipo già presenti in altri comuni
e in altre regioni, che a Matelica potrebbero avere un grande
riscontro fattuale riportando in vita un centro storico sempre più vuoto,
isolato, abbandonato, che indirettamente ristrutturerebbe un modo "
diverso" di pensare i luoghi, che ritornano ad essere punti di
aggregazione positiva, di formazione culturale, di produzione di alta
qualità, attraverso la certificazione del consorzio nella richiesta per
la commercializzazione delle tipicità del prodotto di specifici requisiti, come
i km 0 territoriali e altri elementi stabiliti dal consorzio
stesso. Un luogo che canalizza le risorse tipiche del territorio. Ridare
vita al mercato coperto sotto una forma potenziata, da gestire attraverso un
consorzio. Idee come quelle del slow food o il farmer market, o mercato
vivo a km 0, o mercato del contadino sono solo ipotesi che potrebbero
essere presi ad esempio e riformularle nella nostra cittadina, associandola all'interno
degli stessi spazi ad iniziative collegate, culturali ed enogastronomiche. Quindi
se il primo piano dell'edificio sarà adibito alla vendita dei prodotti tipici
locali, verdicchio, miele, salami carni, il secondo piano suddiviso in vari
spazi interni potrà essere adibito alla zona wine bar, laboratori, zona
formazione corsi di cucina, proiezioni, centro conferenze, esposizioni, spazio
pubblico, musica, teatro. Tutto ciò può generare una serie di collaborazioni
non solo tra i produttori agricoli, ma anche con il gas, gruppo acquisto
solidale e il ruvido teatro. Un luogo, un edificio, che promuova, così, un
nuovo modo di pensare e che inevitabilmente avrebbe anche lo scopo di riportare
in vita il centro storico sempre più vuoto. Una sala gremita ad ascoltare un
idea che può sembrare paradossalmente semplice, ma che in questo periodo di
recessione cittadina, giunge prontamente risolutrice di tante apatie che
fermano il sistema. A marzo sarà presentato il progetto all'interno dell'edificio,
preso ad oggetto nel centro storico, ma la stessa Valentina si auspica che il
progetto della tesi di laurea possa diventare un progetto a tempo indeterminato
della città per la città. Auspicando che ci siano diversi promotori e
finanziatori dell'iniziativa aspettiamo fiduciosi il 30 marzo.
Gessica Menichelli
in bocca al lupo
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