domenica 1 giugno 2014

JP, I SINDACATI ALZANO LA VOCE «PRONTI AD AZIONI ECLATANTI»

«I lavoratori sono stanchi di aspettare, intervenga il Governo. Altrimenti siamo pronti ad azioni eclatanti». Questo il duro monito che Fiom-Fim-Uilm lanciano in direzione di Roma per la vertenza che vede coinvolta la JP Industries di Fabriano. «È passato più di un mese dal decreto della Corte di Appello di Ancona che ha rimesso in discussione il rilancio di un'azienda che con il suo progetto industriale dava un futuro a 700 lavoratori, confermando l'annullamento della vendita del comparto bianco della ex Antonio Merloni all'imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli». Le ragioni del pool di banche, creditore della precedente gestione della Antonio Merloni per circa 170milioni, sono state giudicate fondate dai giudici anconetani, mettendo a rischio il futuro lavorativo delle tute blu riassunte. «Ad oggi, la sentenza e il silenzio assordante del Governo e delle regioni Marche ed Umbria, ci fa comprendere come dei lavoratori non interessi niente a nessuno» si legge nella nota dei sindacati. Anche se, ad onor del vero, il governatore Spacca, ha indirizzato una lettera al Governo ed ai Ministeri competenti perché ci si attivi immediatamente per ricercare una soluzione a questa vertenza. Ma, nel frattempo, sono iniziati anche degli incontri con le banche per cercare di arrivare ad una soluzione, prima delle decisioni della Corte di Cassazione, innanzi alla quale sia l'Amministrazione straordinaria, che lo stesso Porcarelli, intendono rivolgersi. Ma questi «confronti informali fra commissari, funzionari del Mise, banche», secondo le parti sociali, sono «bizzarri». In quanto, «stanno producendo solo confusione atta a salvare il proprio operato e non la tenuta di un progetto industriale di un imprenditore mandato allo sbaraglio, con il rischio, nonostante tutte le intenzioni, di rimanere ingabbiato nei meandri burocratici dei palazzi». Da tempo a vari livelli Fiom-Fim-Uilm stanno chiedendo l'intervento del Governo al fine di aprire immediatamente un tavolo con tutti i soggetti coinvolti nella vertenza, «per evitare che ognuno giochi la sua piccola partita di cabotaggio tralasciando il vero interesse sociale che deve andare verso la salvaguardia del lavoro e dei lavoratori, restituendo la giusta dignità alle famiglie». Il prossimo incontro «informale» si svolgerà il 5 giugno al Mise. «Esprimiamo forti perplessità e per questo pretendiamo che questa situazione si avvii verso una giusta positiva soluzione in tempi brevi, altrimenti useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per far valere le nostre ragioni». (Il Messaggero)

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