Con Cinque Papaveri e Papere vince la sfida del Gentile!
A
sipario chiuso la sensazione era quella di aver fatto l’impresa. Un
po’ come in quei film americani dove c’è la squadra di basket
sfigata, del college sfigato, che vince la finale del torneo contro i
blasonati avversari di Harvard. In fondo in fondo nei confronti del
Teatro Gentile,
questa volta Papaveri
e Papere
sulla carta aveva solo un punto dalla sua: la macchina organizzativa
ben oliata che, particolare non trascurabile, è anche l’unica che
non va in scena di fronte al pubblico (scenografia a parte).
Del
resto se un associazione teatrale non tenta, non sperimenta, non
rischia, fa torto all’essenza stessa del suo essere compagnia
amatoriale, che fa le cose per passione e non per calcolo. Del
resto se un ciclo triennale di preparazione non si conclude con uno
spettacolo in cui ogni allievo è protagonista, si vanificano le
tante serate passate nei laboratori teatrali ad apprendere,
perfezionare, costruire, memorizzare, sudare…
Del
resto se Papaveri
e Papere
non fa tutto questo, fa torto al suo nome. Papaveri e Papere, il
teatro condensato in due parole. E siccome non abbiamo timore
di prendere le papere, ci siamo presentati al cospetto del Teatro
Gentile con una squadra debole sulla carta, ma vincente nel
risultato. Perché alla fine è il gioco di squadra che ha
funzionato.
Il
copione di Claudio
Salomoni
magari non era all’altezza di un Ray Cooney o di un Maurice
Hannequin, ma la regia di Mauro
Mori, aiutato
da
Claudia Mengarelli,
ha sopperito ad eventuali debolezze con trovate sceniche non proprio
da debuttante. Che dire poi delle protagoniste? Roberta
D’Angelo, Chiara Greco, Marina Magurno, Daniela Mezzanotte e
Francesca Tozzi. Tutte
con poca o zero esperienza, che sul palco erano giustamente
emozionate ma altrettanto concentrate e senza apparenti esitazioni,
segno che i cinque mesi di prove sono stati intensi e vissuti con la
giusta determinazione. Anche l’unico maschietto, Alessandro
Galli,
nonostante la giovane età (19 anni) ha dato ottima prova di sé, sia
in scena sia con la serietà con cui ha affrontato la preparazione. Dunque
un gioco di squadra che ha funzionato bene, e questa misura te la da
il pubblico, che partecipa, ride, sottolinea con l’applauso le
scene, dando coraggio a chi sta sul palco ad esibirsi e confidenza
che si è fatto un bel lavoro, a chi sta dietro le quinte a
trepidare. Alla
produzione di Cinque hanno fattivamente contribuito, Corrieri
Arredamenti
con gli arredi di scena, Smargiassi
Costruzioni
con gli spazi per allestire lo spettacolo, Matteo
Mingarelli e Antonio Stopponi
con le foto di scena, Massimo
Arteconi e Mauro Ricci
con l’allestimento della scena, Gabriele
Bernacconi
con la grafica dei manifesti e del programma di sala, Gino
Campetella
con il service, Andrea
Vitali
con le riprese video. Riteniamo
di aver ben onorato anche questa volta l’opportunità che
l’Assessorato
alla Cultura del Comune di Fabriano
ci ha dato inserendo Cinque nel cartellone 2013/2014 del Teatro
Gentile, sezione “La
città in scena”
e ci proponiamo fin da ora anche per il prossimo anno con un nuovo
allestimento che prosegua nel solco del percorso “Fare
Teatro a Fabriano” .
Percorso che abbiamo avviato nel 2011 con corsi di recitazione dove
si da la possibilità a sempre nuovi attori di misurarsi con un
pubblico che non sia solo quello degli amici e parenti degli esiti
finali dei laboratori teatrali. Anche per Cinque prevediamo infatti
di replicare in altri teatri del circuito amatoriale della regione. A
cominciare dal Teatro
Casanova di Cerreto D’Esi il prossimo 29 marzo.
E’
come giocare in una società sportiva, fai le giovanili sapendo che
se ti impegni e lavori prima o poi finisci per giocare il campionato
in prima squadra.
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