sabato 8 marzo 2014

GOVERNO. RIFORMA E MODIFICHE PER I DIRIGENTI STATALI E PUBBLICI

Job acts e riformare le P.A.: il premier Matteo Renzi punta, fra le altre cose, a modificare il volto dei dirigenti pubblici. L'obiettivo è riordinare i vertici statali e i meccanismi di gestione della pubblica amministrazione attraverso provvedimenti che cambieranno gabinetti, uffici legislativi e vari dicasteri attraverso la rotazione dei capi dipartimento. La riforma si baserà su 4 punti principali: dall’albo unico, che comprenda dirigenti esterni e dirigenti interni; alla mobilità, anche interamministrativa che scatterebbe alla fine di un quinquennio di incarico all’interno di una delle amministrazioni; all’assegnazione delle pagelle per i singoli dirigenti, che valuteranno ogni professionista in base a determinati parametri che il governo renderà pubblici; allo stipendio calcolato in base alla capacità di gestione finanziaria. Secondo, infatti, uno dei criteri che si riscontrerà nella pagella, la capacità di gestione e di riduzione delle risorse finanziarie a disposizione di ogni singolo dirigente, se risulterà in grado di lavorare bene e risparmiare, la retribuzione salirà, in caso contrario, rimarrà stabile o scenderà. Lo aveva già anticipato la neo ministra alla Pubblica amministrazione: i dirigenti pubblici devono avere un incarico a termine e ruotare, e ora Matteo Renzi lo ha solo confermato, annunciando una riforma della PA per cui ‘Non devono esistere diritti acquisiti a tempo indeterminato per coloro che dirigono la macchina burocratica ‘acendo il bello e il cattivo tempo senza rendere conto del lavoro svolto. “La rotazione dei dirigenti è una misura utile anche per valutare la performance e il contributo che questi stessi dirigenti danno alla Pubblica amministrazione” ha commentato Romilda Rizzo, presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anti-corruzione instaurata dal governo Monti.

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