
“La Delibera assunta dalla Giunta
Spacca lunedì 24 febbraio in merito al gruppo Haier - esordisce il
Presidente di Confindustria Ancona, Claudio Schiavoni - testimonia la sua
crescente distanza con il sistema economico ed imprenditoriale della nostra
terra. In maniera responsabile abbiamo atteso qualche giorno prima di esprimere
la nostra opinione in merito: ci saremmo aspettati un’informazione diretta da
parte della Regione verso le categorie economiche, stante la rilevanza
strategica della scelta compiuta, cosa che ad oggi è assolutamente mancata.
Trovo sorprendente e ingiustificabile che il Governatore dia evidenza del
Memorandum d'intesa con Haier Group - Open Innovation Center con una nota
stampa senza porsi minimamente lo scrupolo di un confronto preventivo con le
categorie economiche del territorio - Confindustria in primis -
sull'opportunità di dare o meno concretezza ad una simile intesa, intesa tra
l'altro che la Regione meditava dal settembre scorso. Non abbiamo posizioni
ostative nei confronti del Gruppo Haier: crediamo nel libero mercato e nella
libera concorrenza. Perciò, se Haier ha in animo di sviluppare e realizzare
prodotti nelle Marche, è il benvenuto; se vuole realizzare collaborazioni
locali, saremo felici che Haier si confronti con le aziende nostre associate,
purché le regole che noi quotidianamente rispettiamo valgano anche per il
gruppo cinese. ciò nonostante è inaccettabile che la Regione, d'imperio, senza
un minimo di confronto, influenzi il futuro tecnologico ed industriale delle
Marche, perdipiù creando effetti turbativi nella gestione dell'accordo. Sará
infatti il servizio Internazionalizzazione della Regione a "fungere da
tramite e collegamento in tutti i rapporti" mentre Meccano Group avrá di
fatto il monopolio della selezione delle imprese da mettere in contatto con
Haier. L'effetto annuncio, assai caro alla Giunta Spacca, rispetto alla
sinergia Marche - Haier conferma la sordità e l'autoreferenzialità con cui la
Regione intende affrontare la complessità del momento, senza tenere minimamente
in considerazione le reali necessità del mondo industriale: prima di ricercare
partner in Cina, sarebbe bene valorizzare il sistema di impresa locale,
proponendo in modo ragionato, aggregato e strutturato la sua capacità
produttiva e tecnologica in mercati a noi più prossimi e accessibili anche alle
piccole imprese. Da quando è iniziata la crisi dell’Antonio Merloni, la Regione
sta facendo una politica di internazionalizzazione al contrario! Invece di andare
in giro per il mondo a cercare partner stranieri da portare qui - con il
rischio che creino danno alle aziende locali anzichè vantaggi - perché non
aiuta realmente le piccole aziende del territorio a portare il loro konw how e
la loro competenza all’estero? Giudichiamo poi inopportuno il momento in cui
Spacca ha inteso dare avvio all'intesa: il Governatore dimentica l'esistenza di
un tavolo promosso solo pochi giorni fa dal Ministero allo Sviluppo Economico
per definire linee di politica industriale a sostegno del mondo ELDOM. sono
coinvolte la Regione Marche e tutte le altre Regioni interessate dalla presenza
di produttori di elettrodomestici, le Organizzazioni Sindacali, il Sistema
Confindustria, noi compresi. E una cosa è già emersa a quel tavolo: lavorare
tutti insieme per fare in modo che l'ELDOM italiano vada verso l'alto di gamma.
È in corso di realizzazione, proprio con il contributo della Regione,
un’indagine sul territorio fabrianese in partnership con Politecnica delle
Marche, Fondazione Carifac e Confindustria per valutare i fabbisogni
tecnologici, produttivi e formativi delle aziende del fabrianese. Uno strumento
di valutazione importante per capire quali siano le iniziative da mettere in
campo tarate sulle effettive necessità delle imprese. Esiste anche una proposta
di piattaforma tecnologica avanzata dalla Politecnica proprio per il settore
elettrodomestico, non ancora discussa. Per finire, a novembre, come il
Governatore ben sa, avevamo scritto una lettera all’allora presidente del Consiglio
Letta chiedendo una revisione dell’Accordo di programma: avremmo auspicato di
lavorare insieme per arrivare ad impiegare al meglio quei fondi ancora
inutilizzati. Ma nulla da fare, silenzio assoluto. Chiediamo allora un chiaro
cambio di rotta alla Regione: all'inizio del mandato di Presidente di
Confindustria Ancona, ho auspicato di lavorare insieme a tutti coloro che hanno
responsabilità - al pari nostro - rispetto alle dinamiche economiche ed
imprenditoriali del territorio per risolvere "insieme" i problemi
esistenti. Le banche stanno rispondendo; con le altre Associazioni di categoria
stiamo responsabilmente dialogando per il bene di tutte le imprese; stiamo
ragionando con le grandi imprese locali per individuare modalità che consentano
di trattenere qui - nel rispetto delle regole del mercato, degli standard
qualitativi e tecnologici, nonché di costo - parte delle loro forniture; con le
Organizzazioni Sindacali gestiamo quotidianamente i difficili casi di crisi
aziendali che si prospettano per cercare di limitare i danni. È veramente disarmante prendere atto che i
soli a non volere ascoltare siano coloro i quali che hanno responsabilità di
governo del territorio”.
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