Vertenza sugli appalti di pulizia nelle scuole che coinvolge 300 lavoratori
L’assessore Luchetti al Tavolo di Coordinamento degli assessori regionali per evidenziare l’urgenza
Mandato
all’assessore toscano che ha incontrato i Ministri Poletti e Giannini:
delineato un percorso biennale di lavoro-formazione con risorse statali
L’assessore
regionale al Lavoro, Marco Luchetti ha partecipato nei giorni scorsi al
coordinamento nazionale tra assessori regionali che aveva tra gli argomenti
prioritari l’approfondimento, il confronto e la condivisione di
interventi delle Regioni per sollecitare al Governo nazionale la
soluzione dei problemi che i lavoratori ex LSU e dei cosiddetti appalti
storici impiegati nei servizi di pulizia nelle scuole, stanno
attraversando a causa dei tagli lineari subiti negli ultimi anni.
Un
comparto che, come si ricorderà interessa 24 mila lavoratori in Italia (
storici appartenenti a cooperative ed ex LSU) e 300 lavoratori
marchigiani in 100 scuole della regione. Era stato un preciso impegno
quello di Luchetti, ad evidenziare l’urgenza anche al tavolo nazionale
degli assessori visto il decreto legge del 28 febbraio scorso con cui il
Governo ha prorogato di un mese i servizi nelle scuole, ma che si
ripresenterà il 31 marzo, se il settore resterà non finanziato.
“Un
problema grave e pressante – ha commentato Luchetti – che danneggia
oltretutto non solo i livelli occupazionali ma anche le scuole
penalizzate in termini di igiene e salubrità e di assistenza agli
studenti. Per questo abbiamo dato mandato all’assessore toscano alla
Scuola e Formazione, Emmanuele Bobbio di incontrare i ministri al
Lavoro, Poletti e all’Istruzione , Giannini e sottoporre loro la
questione.”
L’incontro
è avvenuto la settimana scorsa e il percorso illustrato dai Ministri in
riunione, per far fronte all’emergenza occupazionale, prevede un
biennio (aprile 2014 - aprile 2016) nel corso del quale le ditte che
hanno vinto i nuovi appalti devono mantenere in servizio tutti i
lavoratori dipendenti delle precedenti ditte. Una parte di essi lavorerà
normalmente nella pulizia delle scuole. I lavoratori, invece, che
risulteranno inoccupati riceveranno due mesi circa di formazione
(aprile- maggio 2014), finalizzata ad una riqualificazione degli stessi,
affinché possano essere destinati allo svolgimento di attività
accessorie e di abbellimento o di manutenzione straordinaria delle
scuole.
Alle Regioni e agli Enti locali spetterà
di fornire una mappatura degli interventi necessari, cui destinare tali
lavoratori. I Ministri hanno poi chiarito che le risorse per far fronte
al piano illustrato sono statali e provengono dalla Cassa in deroga,
dagli oneri della formazione e da risorse del Ministero dell’Istruzione.
Il Ministro del Lavoro, Poletti ha tenuto, però, a precisare che il
Governo intende far fronte ad una sorta di fase transitoria, della
durata di due anni, al termine della quale sarà compito delle imprese
appaltatrici assorbire detti lavoratori o compito di questi ultimi
trovare un’altra occupazione.”
“Dagli esiti della riunione con i Ministri – ha riferito in conclusione Marco
Luchetti –è emerso anche che per l’avvio delle attività di formazione
occorrerà un forte raccordo con le Regioni e che il percorso indicato
riguarda tutti i lavoratori (ex LSU e appalti storici).”
Spending
review e riduzione attività delle sedi Rai: dichiarazione
dell’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini, sulla proposta
del commissario Cottarelli
“Le frasi del commissario per la Spending review
Carlo Cottarelli, rilanciate dai media, sulla riduzione dell’attività
delle sedi regionali Rai, quale ipotizzata forma di risparmio rispetto
alla precaria situazione finanziaria dell’azienda del servizio pubblico
radiotelevisivo, destano forte preoccupazione. Non vorremmo che le
necessarie iniziative legate alla riduzione e al contenimento della
spesa pubblica avvengano secondo il criterio della mera semplificazione
centralista e finiscano per colpire i meno rappresentati politicamente e
le realtà territoriali. Se questo fosse, la contrarietà della Regione
Marche sarebbe totale, per una semplice ragione di merito:
l’informazione fornita dal servizio pubblico regionale, negli anni, è
divenuta un punto di riferimento per i cittadini e per la valorizzazione
-non ultima culturale- delle realtà locali. Il Testo unico della
Radiotelevisione “garantisce l’articolazione della società
concessionaria in una o più sedi nazionali e in sedi in ciascuna
regione” (DL n.177/05, art. 45, comma 2, lettera p), per cui non sembra
essere nella potestà commissariale intervenire in questo ambito. È
possibile, invece, e auspicabile che la razionalizzazione della spesa,
nel caso della Rai, inizi dalle sedi centrali e dalla riforma
dell’assetto attuale che prevede, ad esempio, la sovrapposizione di tre
testate generaliste con altrettanti Tg. Come cittadini e come
amministratori riteniamo che vi siano ampi margini su cui lavorare per
il risanamento dell’azienda che prescindono dalla riduzione
dell’attività regionale, la quale andrebbe non solo salvaguardata, ma
potenziata proprio per l’importante lavoro di conservazione della
memoria locale, d’informazione qualificata e di valorizzazione
territoriale che ha svolto e che deve necessariamente continuare e
permanentemente innovarsi”.
Daniele Gattucci
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