venerdì 21 marzo 2014

BUON GIORNO REGIONE. VERTENZA APPALTI PULIZIA SCUOLE

Vertenza sugli appalti di pulizia nelle scuole che coinvolge 300 lavoratori

L’assessore Luchetti al Tavolo di Coordinamento degli assessori regionali per evidenziare l’urgenza

Mandato all’assessore toscano che ha incontrato i Ministri Poletti e Giannini: delineato un percorso biennale di lavoro-formazione con risorse statali

L’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti ha partecipato nei giorni scorsi al coordinamento nazionale tra assessori regionali che aveva tra gli argomenti prioritari l’approfondimento, il confronto e la condivisione di interventi delle Regioni per sollecitare al Governo nazionale la soluzione dei problemi che i lavoratori ex LSU e dei cosiddetti appalti storici impiegati nei servizi di pulizia nelle scuole,  stanno attraversando a causa dei tagli lineari subiti negli ultimi anni.
Un comparto che, come si ricorderà interessa 24 mila lavoratori in Italia ( storici appartenenti a cooperative ed ex LSU) e 300 lavoratori marchigiani in 100 scuole della regione.  Era stato un preciso impegno quello di Luchetti, ad evidenziare l’urgenza anche al tavolo nazionale degli assessori visto il decreto legge del 28 febbraio scorso con cui il Governo ha prorogato di un mese i servizi nelle scuole, ma che si ripresenterà il 31 marzo, se il settore resterà non finanziato.
“Un problema grave e pressante – ha commentato Luchetti – che danneggia oltretutto non solo i livelli occupazionali ma anche le scuole penalizzate in termini di igiene e salubrità e di assistenza agli studenti. Per questo abbiamo dato mandato all’assessore toscano alla Scuola e Formazione, Emmanuele Bobbio di incontrare  i ministri al Lavoro, Poletti e all’Istruzione , Giannini e sottoporre loro la questione.”  
L’incontro è avvenuto la settimana scorsa e il percorso illustrato dai Ministri in riunione, per far fronte all’emergenza occupazionale, prevede un biennio (aprile 2014 -  aprile 2016) nel corso del quale le ditte che hanno vinto i nuovi appalti devono mantenere in servizio tutti i lavoratori dipendenti delle precedenti ditte. Una parte di essi lavorerà normalmente nella pulizia delle scuole. I lavoratori, invece, che risulteranno inoccupati riceveranno due mesi circa di formazione (aprile- maggio 2014), finalizzata ad una riqualificazione degli stessi, affinché possano essere destinati allo svolgimento di attività accessorie e di abbellimento o di manutenzione straordinaria delle scuole.
Alle Regioni e agli Enti locali spetterà di fornire una mappatura degli interventi necessari, cui destinare tali lavoratori. I Ministri hanno poi chiarito che le risorse per far fronte al piano illustrato sono statali e provengono dalla Cassa in deroga, dagli oneri della formazione e da risorse del Ministero dell’Istruzione. Il Ministro del Lavoro,  Poletti ha tenuto, però, a precisare che il Governo intende far fronte ad una sorta di fase transitoria, della durata di due anni, al termine della quale sarà compito delle imprese appaltatrici assorbire detti lavoratori o compito di questi ultimi trovare un’altra occupazione.”
Dagli esiti della riunione con i Ministri – ha riferito in conclusione  Marco Luchetti –è emerso anche che per l’avvio delle attività di formazione occorrerà un forte raccordo con le Regioni e che il percorso indicato riguarda tutti i lavoratori (ex LSU e appalti storici).

Spending review e riduzione attività delle sedi Rai: dichiarazione dell’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini, sulla proposta del commissario Cottarelli
“Le frasi del commissario per la Spending review Carlo Cottarelli, rilanciate dai media, sulla riduzione dell’attività delle sedi regionali Rai, quale ipotizzata forma di risparmio rispetto alla precaria situazione finanziaria dell’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo, destano forte preoccupazione. Non vorremmo che le necessarie iniziative legate alla riduzione e al contenimento della spesa pubblica avvengano secondo il criterio della mera semplificazione centralista e finiscano per colpire i meno rappresentati politicamente e le realtà territoriali. Se questo fosse, la contrarietà della Regione Marche sarebbe totale, per una semplice ragione di merito: l’informazione fornita dal servizio pubblico regionale, negli anni, è divenuta un punto di riferimento per i cittadini e per la valorizzazione -non ultima culturale- delle realtà locali. Il Testo unico della Radiotelevisione “garantisce l’articolazione della società concessionaria in una o più sedi nazionali e in sedi in ciascuna regione” (DL n.177/05, art. 45, comma 2, lettera p), per cui non sembra essere nella potestà commissariale intervenire in questo ambito. È possibile, invece, e auspicabile che la razionalizzazione della spesa, nel caso della Rai, inizi dalle sedi centrali e dalla riforma dell’assetto attuale che prevede, ad esempio, la sovrapposizione di tre testate generaliste con altrettanti Tg. Come cittadini e come amministratori riteniamo che vi siano ampi margini su cui lavorare per il risanamento dell’azienda che prescindono dalla riduzione dell’attività regionale, la quale andrebbe non solo salvaguardata, ma potenziata proprio per l’importante lavoro di conservazione della memoria locale, d’informazione qualificata e di valorizzazione territoriale che ha svolto e che deve necessariamente continuare e permanentemente innovarsi”.

Daniele Gattucci

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