giovedì 29 agosto 2013

LA TUBERCOLOSI BOVINA COLPISCE IL NOSTRO TERRITORIO. L'INTERVISTA AL COMMISSARIO CAPO DELLA FORESTALE E AL DELEGATO REGIONALE LEGA ANTI CACCIA

Matelica. La tubercolosi bovina colpisce il nostro territorio. Radio Gold ha contattato telefonicamente il Commissario capo provinciale di Macerata del Corpo Forestale Silvano Sanpaolini e il delegato regionale della Lac (Lega Anti Caccia) Danilo Baldini, per fare chiarezza sulla dinamica e sulle conseguenze che tale situazione può comportare.

I FATTI:  due episodi distinti ma inevitabilmente collegati. Il primo episodio riguarda i bovini di un allevamento matelicese che a seguito di una profilassi di rito ha visto alcuni capi  di allevamenti domestici di bovini  risultare infetti al batterio della tubercolosi bovina trasmissibile anche all'uomo. Si apprende dal Commissario Capo del Corpo Forestale di Macerata che siano stati abbattuti immediatamente, come da protocollo, per impedire e limitare il contagio del virus tra gli animali sani della zona.
Il secondo episodio riguarderebbe, invece, la  segnalazione del delegato regionale della LAC  alla Forestale di Matelica (Mc) il 28 agosto che ha per oggetto il rinvenimento  presso le sponde del fiume Esino presso Cerreto D'Esi presunti resti, carcasse, ossa e pelli di cinghiali all'interno di sacchi abbandonati e nel fiume stesso scarnificate dai pesci e da altri animali selvatici. I forestali hanno provveduto ad informare "tempestivamente" le autorità veterinarie locali e provinciali per lo smaltimento e per il REATO di abbandono di rifiuti hanno segnalato il fatto alle autorità giudiziarie competenti.

LE CONSEGUENZE: i bovini affetti dalla tubercolosi pascolando e nutrendosi nelle zone territoriali del San Vicino prima di essere scoperti positivi ai controlli di rito, contaminando il territorio del batterio, si presume che abbiano inevitabilmente contagiato gli animali selvatici e, in questo caso, i cinghiali. 
LE PROBLEMATICHE che possono scaturire derivano dalla caccia CLANDESTINA e dal bracconaggio del cinghiale, animale selvatico che, se positivo al batterio e non sottoposto ai controlli  nel caso in cui dovesse essere venduta la carne infetta, ai ristoratori compiacenti causerebbero problematiche sanitarie, limitate ma probabili anche all'uomo nel caso venga ingerita carne poco cotta o  al sangue o carne cruda, come salsicce ecc. La trasmissione della tubercolosi bovina all'uomo é limitata all'uso di carne cruda o al sangue ma è possibile.

IPOTESI DI REATO
Abbiamo chiesto al Commissario capo del Corpo Forestale questa mattina se vi sono ipotesi di reato nella vicenda riguardante il ritrovamento delle carcasse dei cinghiali.
"L' attività illecita sembrerebbe possa essere scaturita dalla condotta di cacciatori e bracconieri che una volta "scuoiati" gli animali si sono disfatti degli animali in modo "illecito"  liberandosi delle parti non commestibili, venendo meno al rispetto dei protocolli riguardanti lo smaltimento degli animali infetti.


Per ciò che riguarda la diffusione della tubercolosi bovina sono responsabili i cinghiali ?
"I cinghiali sono stati infettati verosimilmente da bovini allevati nella zona del San Vicino."
Quindi l'epidemia dipende da allevamenti di bovini ?
"La questione é delicata ma collegata all'allevamento domestico di bovini affetti dalla tubercolosi che, indirettamente attraverso il pascolo, hanno potuto contagiare i cinghiali che si nutrono negli stessi spazi.
La differenza è che mentre i bovini e gli allevamenti domestici sono sottoposti a controlli sulla macellazione della carne, i cinghiali essendo animali selvatici,  se vittime di bracconaggio o caccia  clandestina le carni non essendo controllati possono essere vendute a ristoratori compiacenti e determinare problematiche relative alla salute, se si dovesse mangiare carne infetta poco cotta o cruda".
La tubercolosi bovina da quanto tempo é presente nel nostro territorio?
"Si apprende dai dati che questo territorio é soggetto a tale infezione da diversi anni, due allevamenti relativi alla zona del San Vicino in tempi diversi sarebbero stati vittima della tubercolosi bovina, ma in entrambi i casi gli animali sottoposti agli esami sono stai abbattuti per evitare il contagio."

LA ZONA INTERESSATA: i bovini infetti dal virus vedono il focolaio nascere nella zona del San Vicino. Dopo gli esami da protocollo che vedono obbligatori i controlli sarebbero risultati 2 capi positivi al virus i quali sono stati abbattuti rispettando il protocollo sanitario al fine di impedire dove possibile  il divulgarsi del focolaio ad altri allevamenti.

LA MALATTIA: la tubercolosi bovina é un virus infettivo contagiosa causata da microorganismi patogeni aerobi che provocano seri danni all'organismo dell'animale. La trasmissione può avvenire tra animali  domestici da allevamento ad animali selvatici, tramite l'ambiente attraverso l'attività di grufolamento. La trasmissione avviene via digerente, dal contatto diretto con animali infetti e attraverso gli abbeveratoi. Il virus naturalmente é anche trasmissibile all'uomo tramite l'ingestione di carne cruda ( esempio salsicce ...) o carne al sangue o poco cotta.

Abbiamo chiesto al commissario capo del Corpo Forestale di Macerata quali sono le zone territoriali regionali escluse dalla malattia infettiva.
"In gergo  tecnico, stando ai protocolli, l'unica provincia "indenne" allo stato attuale risulterebbe Ascoli Piceno, perché nelle altre provincie risulterebbero casi precedenti.

Le misure pratiche che applicherete in futuro per monitorare e risolvere la situazioni come Corpo Forestale in base alle vostre competenze quali saranno?
"Il corpo Forestale dello stato sta svolgendo insieme al Servizio Sanitario Regionale 
- un operazione denominata "OBELIX" dall' inizio di questo mese che ha per oggetto l'azione mirata di contrastare il "bracconaggio" nel territorio regionale"
- controlli nell'ambito della ristorazione delle carni del cinghiale prove di analisi sanitarie e della relativa tracciabilitá, potenzialmente pericolose per la salute anche umana, nel caso fosse assunta carne cruda come salsicce e simili, o carne al sangue.
Radio Gold ha contattato anche il delegato regionale della LAC, sig. Danilo Baldini che da anni si batte per la questione, che come il commissario capo del corpo provinciale di Macerata, ci ha confermato che  la questione della tubercolosi bovina é una problematica che caratterizza il nostro territorio da anni, tanto che il Delegato Regionale della LAC avvalora l'informazione anche grazie ad una rivista del settore che nel 2006 pubblicò un numero che ha per oggetto la TUBERCOLOSI BOVINA e la problematica della diffusione del batterio tra animali domestici a quelli selvatici, che caratterizza anche la regione Marche. Al delegato Regionale della Lac da cui é stato segnalato il caso dei cinghiali abbandonati nel fiume Esino venendo meno ai protocolli di smaltimento di animali infetti, abbiamo chiesto un parere sulla vicenda, i possibili collegamenti, e le conseguenze di una situazione delicata come questa che vede inevitabilmente collegati sistemi differenti quelli dell'allevamento da macellazione alimentare e quello degli animali selvatici oggetto di cacciagione e bracconaggio: "Il problema di fondo è che é vero che la malattia è partita dai bovini,  ma sono poi gli animali selvatici, specie i cinghiali che sono liberi di spostarsi nel territorio che la stanno poi diffondendo in tutta la Regione. 

Il delegato Regionale della LAC continua sottolineando un'informazione da non sottovalutare: "I cittadini sono stati tenuti all'oscuro da questa grave situazione, sia per evitare restrizioni alla pratica della caccia al cinghiale ma anche per prevenire un prevedibile crollo dei consumi di carne da parte dei consumatori." Sappiamo per certo, continua il delegato regionale "che nei mesi scorsi sono stati effettuati, fuori stagione, delle battute di caccia al cinghiale sotto controllo sanitario, che hanno evidenziato come i capi abbattuti fossero stati affetti da tubercolosi"

Cosa chiedete  come LAC REGIONALE a seguito dei fatti in oggetto?
- ufficialmente l'associazione Regionale LAC chiede all'assessore regionale alla caccia Paola Giorgi, la sospensione della caccia al cinghiale in tutte le Marche, almeno, per la stagione 2013 2014; 
- un monitoraggio a tappeto sullo stato di salute di tutta la popolazione marchigiana del cinghiale per verificare la "diffusione della tubercolosi bovina" e per tutelare:
la SALUTE dei CITTADINI 
Il LAVORO degli allevatori ONESTI di bestiame, più importante di un passatempo.

LE CONCLUSIONI A SEGUITO DELLE DICHIARAZIONI
Inevitabilmente l'oggetto fondamentale della questione sono i controlli. Obbligatori negli allevamenti domestici che quindi possono essere monitorati e gestiti dalle autorità competenti sanitarie, a differenza invece degli animali selvatici vittime  del bracconaggio clandestino non essendo controllabili, possono innescare gravi problemi per la salute non solo degli animali se non si rispettano i protocolli di smaltimento dell animale infetto, come nel caso dell abbandono delle carcasse dei cinghiali infetti nel fiume Esino o caso ancora più grave possono essere vendute le carni ad allevatori compiacenti senza i doverosi controlli. Una problematica importante, dunque, che deve essere gestita con le dovute accortezze nel rispetto dei protocolli e delle tempistiche veloci per impedire la diffusione della malattia.


Gessica Menichelli 

Nessun commento:

Posta un commento