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di Stefania Piazzo
Il Tribunale fallimentare di Ancona, accogliendo l'istanza del Comitato
dei lavoratori (non del sindacato, che di istanze non ne ha presentate e
che, anzi, si è costituito parte civile a favore della Merloni) è
entrato negli stabilimenti ex Merloni, e ha trovato amianto, linee di
produzione ferme, bloccate dalle ragnatele, circondate ancora dalle
fascette del brand Merloni, nonostante la cessione risalga al dicembre
2011. Lì, non ci ha lavorato più nessuno. O meglio, una trentina di
lavoratori, "diversi dei quali sindacalisti e tesserati Triplice, quella
stessa che ha firmato l'accordo della vendita ora sotto il giudizio
della magistratura e che si è costituita addirittura dalla parte della
Merloni in sede giudiziaria, contro le istanze avanzate e accolte dal
giudice Ragaglia, presentate dal Comitato dei lavoratori metalmeccanici
rappresentato dallo Studio legale Federici e dalle banche creditrici,
che avevano dato credito per 980 milioni per un piano di rilancio.
Quale?" L'evento ispettivo e di sopralluogo raccontato dall'avv. Rosa Federici è a tutti gli effetti un fatto storico.
L'8 aprile si è consumato uno degli atti più importanti della vertenza
che vede due fronti contrapposti: da una parte la Triplice con
l'azienda, e dall'altra, appunto i lavoratori costituitisi in Comitato
che non hanno visto chiaro nella cessione e nelle operazioni di
cassaintegrazione, esattamente come la cordata di banche che ora reclama
indietro il credito di quasi un miliardo di euro. Per un nulla di
fatto. La tappa successiva, quella definitiva, è il 23 maggio prossimo, quando,
anche proprio sulla scorta della verifica ispettiva del ctu nominato
dal tribunale grazie all'istanza di Comitato e banche, dirà se la
vendita va annullata o meno, perché illegittima o corretta. Se vendere
per poco più di 10 milioni di euro fosse congruo e di conseguenza
capire come mai furono incassati 980 milioni delle banche, per fare
cosa? Amianto in stabilimento, si diceva. E solo una trentina di lavoratori,
in buona parte sindacalisti e tesserati della Triplice dentro la Merloni
di Nocera. E poi, ancora, ragnatele, targhette distintive della
Merloni nonostante il passaggio al nuovo acquirente dal dicembre del
2011, come raccontato dal legale che ha partecipato al sopralluogo
assieme a Gianluca Tofi responsabile del Comitato lavoratori, Franco
Frate, dello stesso Comitato, dal ctu dr. Luca Mandrioli, dal perito di
parte, ing. Morettini, dall'avv. Simona Romagnoli, in rappresentanza
delle banche che pretendono la restituzione del denaro. (segue...)
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