giovedì 18 aprile 2013

PRESIDENTE? DOBBIAMO ANCORA ATTENDERE. RIPERCORRIAMO GLI 11 PRESIDENTI

La prima giornata di votazioni per assegnare all'Italia il suo dodicesimo Presidente della Repubblica non ha avuto esito positivo. Sono state infatti un susseguirsi di fumate nere, sin dal primo turno di votazione. Nella giornata che ha visto la candidatura di Franco Marini tramontare, vorrei fare un breve riepilogo degli undici presidenti della repubblica italiana, e lo voglio fare parlando di numeri e statistiche.

Il primo presidente eletto secondo il dettato della Costituzione fu Luigi Einaudi.

Il presidente eletto con il più ampio margine fu Sandro Pertini che, nel 1978, raggiunse l'83,6% dei consensi.

Giovanni Leone fu invece il Presidente che ottenne il minor numero di consensi: fu eletto nel 1971 con il 52,0%, dopo una serie di scrutini pari a 23. Un lavoro per il Parlamento che durò 25 giorni.

Antonio Segni fu il primo presidente a dimetterei anticipatamente a causa di un ictus.

Enrico De Nicola è l'unico ad aver ricoperto l'incarico di Presidente della Camera, del Senato e della Corte Costituzionale. Nella sua vita si ritrovò quindi a ricoprire la prima, la seconda, la terza e la quinta carica dello Stato.

Giovanni Gronchi, Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano ricoprirono la carica di Presidente della Camera dei Deputat.

Giuseppe Saragat ricoprì invece la carica di Presidente dell'Assemblea Costituente.

Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi furono gli unici ad aver ricoperto la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.

In totale, su undici presidenti, cinque sono stati democristiani (Gronchi, Segni, Leone, Cossiga e Scalfaro), due liberali (De Nicola ed Einaudi), un socialdemocratico (Saragat), un socialista (Pertini), un indipendente (Ciampi) ed un dei DS.

C'è molta incertezza su chi sarà il dodicesimo Presidente; gli accordi sotto banco sono saltati ed anche la fragile alleanza PD-PDL sembra ormai tramontata. Non ci resta quindi che attendere e sperare in una figura che sia "più di noi", anziché "più di loro".

Gabriele Pegolo

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