"Fare impresa in una Fabriano che cambia" è l'evento organizzato stamane, sabato 10 novembre, dall'Amministrazione Comunale insieme al Rotary Club. All'Oratorio della Carità, il Sindaco Sagramola ha sollecitato i presenti a proporre nuove idee, mentre il Vescovo Vecerrica ha incoraggiato tutti a concretizzare qualcosa perchè il problema principale rimane l'occupazione e i giovani. Il presidente del Rotary Paolo Massinissa ha evidenziato nel suo saluto che oggi l'impresa non produce più solo beni, ma anche servizi e, per questo, servono investimenti continui. Chiaro anche l'intervento dell'ingegner Mario Bartocci della Fondazione Merloni che si chiede come mai il debito pubblico sia stato scoperto da tutti solo nell'ultimo periodo quando, ormai, esiste dagli anni '80. "La crisi ha avuto un effetto incredibile a Fabriano, dice Bartocci, ma serve anche una risposta attiva dalla popolazione che oggi è rassegnata. E' come se, oggi, tutto costasse fatica." Lo slogan "Più intraprendere, meno dipendere" ha guidato il ragionamento supportato anche dal Preside della facoltà di Economia dell'Università di Ancona. Gian Luca Gregori ha spiegato come la ripresa non è un motore che si accende così facilmente, ma un percorso lungo. "Serve concretezza, ha spiegato, e una visione chiara del futuro. L'accordo di programma che è stato sottoscritto non è la soluzione a tutto. I progetti innovativi in città potrebbero riguardare il settore culturale e turistico. Bisogna finanziare le aziende e incentivare la formazione specifica dei giovani con nuovi master." Da Pordenone ha portato il suo contributo anche Franco Scolari, Direttore generale Polo Tecnologico che ha provocato subito i presenti: "La crisi, ha detto, non esiste perchè il mondo cresce del 4,3%, inoltre, ci sono molti più soldi che buone idee." Il Polo tecnologico di Pordenone ha un anno di vita, è costato 4 milioni di euro, copre una superficie di 3.400 mq ed è pienamente operativo. Requisito di accesso: misurare il tasso di innovazione. Ad oggi ne fanno parte 101 aziende. 18 sono quelle con meno di 5 dipendenti; 38 quelle con meno di 30 lavoratori. Fare impresa parte dalle piccole e medie aziende.
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