Sette giorni di cassa
integrazione ad Albacina. Due a Melano. Questo quanto deciso l'altro giorno
nella riunione fra il management della Indesit e le Rsu dei due
stabilimenti. L'utilizzo di questo ammortizzatore sociale è previsto
nell'ambito degli accordi per il piano di riorganizzazione
sottoscritto nel dicembre del 2013. Ad Albacina questa settimana si
lavorerà fino a domani. Infatti il primo stop alle linee di
produzione è previsto per venerdì 2 maggio. Gli altri giorni sono
il 9, il 15 e 16, il 23, il 29 e 30. A Melano la chiusura produttiva
dello stabilimento è prevista per venerdì prossimo e per il 30
maggio. A tutto ciò si aggiunge anche l'utilizzo del contratto di
solidarietà valido per un anno.Dovrebbe invece slittare alla
prossima settimana l'incontro fra azienda e sindacati sulla mobilità
incentivata. Da stabilire le somme e le modalità attuative. In base
all’esito del summit saranno poi fissate le date per le assemblee
di fabbrica per riferire alle tute blu gli esiti della riunione. La
prossima settimana inoltre (il 6 in prima e il 7 in seconda
convocazione) si svolgerà a Fabriano l'assemblea dei soci per
l'approvazione del bilancio. Non è escluso che in quella sede si
parli anche dello stato di avanzamento della ricerca di partnership
che il socio di maggioranza, Fineldo, ha avviato. Secondo quanto
dichiarato da Whirpool si è aperta la fase della data room. Oltre
alla multinazionale americano dovrebbero essere in questa fase anche
i cinesi della Haier e i tedeschi della Bosch-Siemens. In casa ex
Ardo invece si aprono timidissimi spiragli per la proroga della cassa
integrazione straordinaria per i 1.523 lavoratori rimasti fuori dal
processo produttivo in seguito all'acquisizione dell'asset del bianco
della Antonio Merloni spa da parte della Jp Industries. La cassa
scadrà il 12 maggio, dopodiché per 1.523 persone (900 del
Fabrianese, le altre dell’Umbria) scatterà la mobilità. Ma i
sindacati stanno intensificando gli sforzi per ottenere un altro
periodo di cassa straordinaria, soprattutto tenendo conto del fatto
che nel Fabrianese e nelle aree limitrofe maggiormente tartassate
dalla crisi della Antonio Merloni la ripresa economica sembra davvero
molto lontana. In questi ultimi giorni sarebbero emersi dei piccoli
margini per cercare di riaprire un discorso che fino a poco tempo fa
sembrava definitivamente chiuso. In sostanza si tratterebbe di una
cassa in deroga nazionale, i cui contenuti e le cui forme sarebbero
tuttora in fieri. Il tentativo appare molto difficile, ma le parti
sociali stanno cercando di verificare ogni minima possibilità di
agganciare un treno che potrebbe rivelarsi assai importante per i
1.523 lavoratori. (Il Messaggero)
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