Trasporto regionale: il
programma triennale scontenta gli Operatori e rischia di penalizzare gravemente
il cittadino. Il ritiro è strada obbligata. Il Piano triennale regionale del
trasporto pubblico, così come redatto, non avrà vita lunga se non conoscerà una
nuova concertazione con gli operatori e soprattutto se non conoscerà un serio
sforzo programmatorio da parte del Governo Spacca. La commissione IV è alle
prese con un piano senza un idea complessiva di come affrontare i tagli delle
erogazioni statali e allo stesso tempo senza alcuna capacità progettuale con
cui continuare a garantire i servizi esistenti. Se si aggiunge poi il fatto che
ci si appresta alla lunga stagione delle liberalizzazioni del 2014 con cui
andranno a gara tutti i servizi di trasporto, il piano diviene strumento
impalpabile o peggio la peggiore proposta possibile. La ferma contrarietà di
Aziende, Categorie, sindacati e di Enti locali la dice lunga su quanto
deficitario sia stato il percorso iniziale del Piano Regionale che, se non riformato
profondamente, rischia di contribuire sensibilmente al peggioramento dei
servizi, al taglio di ulteriori tratte ferroviarie e di quelle su gomma. Non
ultime, sono da rilevare le numerose contraddizioni che, anche sul piano della
legittimità, non nascondono le lacune ed i vizi che espongono il Piano e quindi
la Regione ad una ondata di impugnative per questioni attinenti la competenza,
la tariffazione e la durata dei contratti di servizio. L'inconsistenza del Piano
in esame rischia inoltre di giustificare e quindi determinare l'ulteriore
taglio delle erogazioni dello Stato che avrà il giusto alibi per ridurre i
finanziamenti alla Regione. Il Piano va ridiscusso o meglio ritirato per dare
luogo ad una nuova stesura che prenda atto dei preziosi contributi che sono
giunti dagli Enti locali e dagli operatori del Trasporto pubblico.
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