mercoledì 10 luglio 2013

LAMBERT: UN NIGERIANO IN ESUBERO COME TANTI ALTRI - di Alessandro Moscè


Dopo la fiaccolata della speranza è stata la volta del viaggio della speranza. Martedì 9 luglio, alle sei di mattina, davanti alla stabilimento Indesit di Albacina incomincia a radunarsi un gruppo di persone appena sceso dalle autovetture. Tra queste un nigeriano: si chiama Lambert e dal 2000 lavora in questo sito. E’ sposato, ha un figlio, la residenza a Castelraimondo. Ha abitato e lavorato a Napoli, Penne, Matelica, infine in quella che definisce la sua seconda casa, la fabbrica circondata dallo spiegamento delle forze dell’ordine e che ha davanti agli occhi. Non si stanca mai, Lambert. Corporatura robusta, sguardo intenso, vuole lavorare perché la famiglia ha bisogno di denaro per mantenersi. Lambert è benvoluto dai suoi colleghi di reparto. Al grido di “Fabriano in lotta, il lavoro non si tocca”, fischietti in bocca, insieme a diverse centinaia di lavoratori ha raggiunto la sede del consiglio regionale attorno alle 11, dopo oltre tre ore di viaggio a 40 km all’ora lungo la SS76. Il serpentone delle vetture è rimasto compatto, finché le oltre trecento vetture hanno creato un vero e proprio imbuto all’altezza dell’ospedale di Torrette. Una volta arrivati nella sede del palazzo, una delegazione di sindacati e operai ha chiesto al presidente del consiglio Vittoriano Solazzi di poter leggere un documento già approvato da 27 consigli comunali tra Marche e Umbria e da tutte le province. Andrea Cocco della Fim ha esortato il sostegno della regione anche per la vertenza Tecnowind che coinvolge 325 dipendenti diretti, a Fabriano, e altrettanti dell’indotto. La richiesta è sempre esplicita: non condividere né accettare l’ipotesi di delocalizzazione produttiva e di ridimensionamento industriale e occupazionale avanzata da Indesit. E’ stato ricordato che è grazie allo sforzo, alla caparbietà, al lavoro di tre generazioni di persone di questa comunità, che Indesit è nata, cresciuta ed è diventata una multinazionale leader del settore mondiale dell’elettrodomestico. Cocco ha ammonito: “La storia siamo noi, l’olio di gomito dei lavoratori non può essere calpestato da chi vuole solo più profitto. Dobbiamo parlare di ciò che serve al paese, vale a dire il lavoro e lo sviluppo. Le piccole imprese falliscono, le grandi le portiamo fuori”. Tra le proposte di Fim, Fiom e Uilm, la definizione di un piano pluriennale di incentivi all’acquisto delle apparecchiature a maggior efficienza e a minor consumo energetico, anche attraverso la rottamazione delle vecchie; incentivi per le apparecchiature dei produttori socialmente responsabili secondo gli standard europei; incentivi fiscali per le aziende che mantengono i livelli occupazionali ed effettuano investimenti in Italia; incentivi per le politiche attive del lavoro e dell’occupazione. Lambert era lì con gli altri, combattivo. “Noi nigeriani siamo forti anche spiritualmente”, mi ha detto mentre imbracciava una bandiera ed esortava i colleghi a far sentire la loro voce. La solidarietà e l’unione di questi operai è un esempio di valenza morale, tra sopportazione e opposizione, rifiuto e sdegno. La politica e le istituzioni prendono atto, per l’ennesima volta, dello sforzo collettivo di resistenza.

Alessandro Moscè
Direttore Editoriale


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