La mostra “Da Giotto a
Gentile”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio
di Fabriano e Cupramontana, aprirà i battenti il 25
luglio e renderà Fabriano una delle città protagoniste delle
grandi mostre 2014 in Italia. L’esposizione curata da Vittorio Sgarbi darà
conto di un patrimonio artistico in gran parte sommerso e inscindibile da un
universo paesaggistico e ambientale di straordinaria bellezza: oltre 100 le
opere che si potranno ammirare fra dipinti, pale d’altare, tavole, affreschi, sculture,
oreficerie, miniature, manoscritti, codici concessi in prestito dai più
prestigiosi musei italiani e stranieri. Nel frattempo si è attivato il circuito
Unesco delle Città Creative, con Fabriano entrata a far parte del novero del
grande network umanitario. Siamo la seconda località italiana dopo Bologna ad ottenere il titolo.
Fabriano, nello specifico, è stata insignita per la lavorazione della carta e per l’artigianato artistico.
Il forum dell’Unesco, che si terrà proprio questa settimana in città,
rappresenta l’input che ci porta ad interagire in un contesto finalmente
internazionale. Cultura e
creatività rappresentano dunque le competenze su cui virare
per ridare slancio al nostro Paese e per offrire alle giovani generazioni
nuove opportunità anche in termini di occupazione. Un modo brillante per uscire dalla crisi c’è. A rivelarlo
sono i dati sull’export, quelli
sulle professioni maggiormente
richieste dalle imprese, nonché
quelli relativi al Pil e all’occupazione generata. Cos’è la cultura unita alla creatività? E cosa si intende per professioni culturali e creative? A
rispondere a queste due domande è il report di Unioncamere “Cultura e Creatività: gli sbocchi di lavoro
per i giovani”, che identifica la cultura e la creatività con “quel bagaglio tecnico necessario in modo
particolare ai giovani per affermarsi nel mondo del lavoro”. Un bagaglio
che al suo interno contiene competenze
tecniche, creatività progettuale
ed imprenditoriale, originalità e talento. In particolare, sostiene la Fondazione Symbola, la
cultura ha nuove ed impreviste contaminazioni. E le professioni culturali e creative non sono più confinate in uno
spazio ben definito, ma vanno dai designer ai piccoli artigiani. Appare chiaro
che cultura non è un concetto che rimanda all’idea di passato. La cultura si identifica, piuttosto, con
il progresso, l’innovazione,
la valorizzazione della tradizione, la sostenibilità, il Made in
Italy e l’eccellenza. Passato e futuro si danno la mano: tra
spazio e tempo nel segno della cultura per rilanciare un territorio, il nostro,
ancora pesantemente in crisi. Alcuni segnali confortanti cominciano a vedersi.
Aspettiamo conferme.
Alessandro Moscè
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