venerdì 6 giugno 2014

FABRIANO. RICATTO HARD AD UN UOMO, CONDANNATE MADRE E FIGLIA

Tremila euro per tacere alcune scappatelle extraconiugali. Due donne, madre e figlia, sono state condannate ieri per estorsione dal collegio penale del Tribunale di Ancona. Entrambe dovranno scontare due anni e sei mesi. Vittima delle pressanti richieste, un impiegato di un'azienda fabrianese. Tutto iniziò nel 2005, quando la 53enne si trasferì a Fabriano dalla provincia di Milano, insieme alla figlia 19enne. A spingere le due donne nelle Marche furono le condizioni economiche quasi disperate. La 19enne trovò lavoro in un'azienda terzista e la giovane venne assunta con mansioni da operaia. Nel tempo, strinse i rapporti con un lavoratore di circa 50anni, sposato. I due iniziarono a frequentarsi anche oltre l'orario di lavoro. Tra di loro non ci sarebbe mai stato un coinvolgimento sentimentale, ma solo una serie di rapporti di natura sessuale. Gli incontri si sarebbero protratti fino al 2011. Secondo la versione della 19enne, rappresentata in udienza dall'avvocato Giorgio Mariscoli, si sarebbe trattato di rapporti a pagamento: 50 euro per ogni prestazione. Circostanza smentita da Marco Bigoni, rappresentante legale del 50enne. Lo stesso impiegato ha fornito la propria versione in udienza, davanti al collegio presieduto dal giudice Francesca Grassi. Secondo l'uomo, la relazione non sarebbe stata continuativa nell'arco dei sei anni. I due si sarebbero incontrati non più di 4-5 volte. Scappatelle e nulla più, secondo l'uomo, ma che nel 2012 rischiarono di compromettere il suo matrimonio. Il rapporto professionale tra la 19enne e l’azienda si interruppe l'anno precedente per cause non ancora chiarite. La ragazza e la madre avrebbero cominciato a tempestare l'uomo con telefonate e sms, chiedendo la somma di 3mila euro. Se non avessero ricevuto il denaro, avrebbero contattato la moglie dell'impiegato, mostrandole alcuni messaggi compromettenti che la 19enne aveva conservato sul cellulare. L'uomo pagò 1.200 euro con due versamenti da 500 e 700 euro. Al proseguire delle richieste, il 50enne decise di sporgere denuncia. Secondo le imputate, il denaro era stato promesso loro per contrarre l'affitto di una casa nel lodigiano. Viste le gravi condizioni di indigenza delle imputate, ieri l'avvocato Bigoni ha ritirato previo consenso la costituzione di parte civile del suo assistito. (Il Messaggero)

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