Dal recupero dei valori originari della nostra
comunità alla nascita della Macroregione adriatico ionica, dal turismo come
nuovo motore di sviluppo alla speranza che viene dai giovani. Un confronto a
tutto campo quello tra il giornalista Oliviero Beha e il presidente della
Regione Marche, Gian Mario Spacca, ieri al Museo della Carta di Fabriano in
occasione del primo Forum delle Città creative dell’Unesco di scena fino a
martedì. Fabriano, infatti, ha ottenuto il riconoscimento di Città
creativa dell’Unesco nella sezione Artigianato e Arti e tradizioni popolari.
Proprio ieri è stato sottoscritto dalle Istituzioni e dagli altri soggetti
partecipanti al Comitato promotore della candidatura Unesco di Fabriano, un
Protocollo d’intesa per la valorizzazione del Progetto Città creativa. Fil
rouge dell’incontro pubblico di questa mattina, il capitale umano. “La vera
sfida – ha detto Spacca sollecitato dalle domande di Beha – è ricostruire il
capitale umano, la conoscenza che genera una cultura solida e offre la chiave
lettura per interpretare il futuro. Si avvertono segnali positivi, a partire
dalle giovani generazioni. Sono quei ragazzi, anche marchigiani, anche di
Fabriano, che stanno facendo importanti esperienze all’estero nei più vari
campi. L’auspicio è che possano ritornare nella nostra regione con il loro
bagaglio di nuove conoscenze da mettere a disposizione di tutta la comunità
marchigiana. Un auspicio, ma anche una certezza: sono sicuro che lo faranno”. E
sempre a proposito di futuro, Spacca ha indicato nel recupero delle origini
della nostra civiltà un’altra chiave per affrontare il futuro con ritrovati
valori e nuovi strumenti. “La crescita esponenziale del turismo spirituale nei
monasteri della nostra regione – ha detto – è il segno che questo recupero è
atto. Perché non c’è futuro senza la conoscenza di noi stessi e delle nostre
radici”. Proprio sul rifiuto della standardizzazione e sul recupero della
creatività che ha caratterizzato la storia delle Marche, è cresciuto il
progetto Fabriano Città Unesco. “Fabriano – ha detto il presidente – ha nel
proprio stemma, caso unico nella regione, un fabbro impegnato a battere
sull’incudine. Il saper fare, le ‘mani pensanti’ sono quindi nel dna di questa
città dove è sorta la prima fabbrica europea della carta. Oggi è necessario che
questa comunità possa recuperare questa sua tradizione imprenditoriale, la
fiducia nel futuro. Che possa riprendere in mano il proprio destino”.
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