martedì 27 maggio 2014

FABRIANO. IL RACCONTO DEL ROCCIATORE ORLANDO PIERDOMINICI: "SOSPESI NEL VUOTO ​PER QUATTRO ORE"

Una brutta avventura in montagna che fortunatamente si è conclusa nel migliore dei modi. Questo il racconto che Orlando Pierdominici ha tracciato dell’incidente di domenica pomeriggio sul Monte Catria. Il giovane rocciatore fabrianese trentaquattrenne se l’è cavata senza grossi problemi fisici dopo alcune ore di spavento, grazie all’intervento del soccorso alpino e dell’eliambulanza che ha portato in salvo lui e anche l' altro rocciatore rimasto bloccato nel pomeriggio di domenica sul monte Catria.
“E' stata davvero una brutta esperienza - ricorda il giovane fabrianese - ma tutto sommato poteva andare molto peggio, perché dopo aver un nuovo controllo effettuato nella giornata di ieri la caviglia coinvolta nell’incidente di domenica non dovrebbe essere rotta. Certo, la parte interessata è molto gonfia e la botta ricevuta è stata molto forte, ma per fortuna i nuovi esami non hanno messo in evidenza niente di rotto. Oggi però dovrò fare un ulteriore controllo con l'ortopedico per essere certi 100% della prognosi: speriamo di ottenere una risposta ben precisa in maniera di mettermi alle spalle in definitivamente questa brutta avventura". Una domenica pomeriggio a tinte forti quella del giovane fabrianese, che si è risolta nel migliore dei modi dopo l'incidente sul monte Catria: poco dopo le 14 (insieme ad un altro rocciatore coinvolto nell'incidente) Orlando Pierdominici è rimasto bloccato su uno strapiombo roccioso di circa sessanta metri a causa di un chiodo che per cause accidentali ha ceduto lungo la via seguita dai rocciatori. Il successivo impatto con la parete della montagna ha procurato al giovane fabrianese l'infortunio alla caviglia che ha richiesto l'intervento del soccorso alpino e dell'eliambulanza. "Avevamo iniziato quello che in gergo tecnico chiamiamo secondo tiro - ricorda Orlando Pierdominici - quando dopo aver notato dei problemi lungo la via ed aver certato di evitarli il chiodo non ha retto e sono andato a sbattere contro il fianco della montagna". 

(Il Corriere Adriatico)

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