La Regione ha messo
a disposizione 37,5 milioni di euro per il Patto di stabilità
verticale incentivato a favore degli Enti locali che possono così
aumentare la propria capacità di spesa senza violare i vincoli del
Patto di stabilità e venire incontro alle esigenze delle imprese e
del territorio.Lo sforzo
intrapreso anche quest’anno va ad aggiungersi a quanto finora fatto
nel corso della legislatura, con circa 280 milioni di euro destinati
a garantire la capacità di spesa degli Enti territoriali nei
confronti del sistema economico e dei servizi ai cittadini.
Una boccata
d’ossigeno e un’iniezione di liquidità sul territorio che
permette a Province e Comuni di pagare i fornitori e attivare gli
investimenti, riducendo contestualmente il proprio obiettivo
programmatico eurocompatibile. Fissati, inoltre, i criteri per il
riparto di tale spazio finanziario tra le Province e i Comuni
partecipanti ed è stata determinata l’entità dello spazio
finanziario da assegnare a ciascuno di essi. Complessivamente lo
spazio concesso alle Province ammonta a 9,4 milioni di euro, quello
attribuito ai Comuni a 28,1 milioni di euro (oltre 14 milioni a
Comuni con popolazione da mille fino a 5 mila abitanti e altrettanti
a Comuni sopra i 5 mila abitanti). “La Regione
riconferma l’attenzione verso gli enti locali. Pur con l’ennesimo
sacrificio che andrà a comprimere il proprio bilancio già
penalizzato dai rilevanti tagli dei trasferimenti statali, continua a
far sentire concretamente la vicinanza a Comuni e Province e, dunque,
a tutta la comunità marchigiana – afferma il presidente della
Regione, Gian
Mario Spacca –
il Patto di stabilità verticale è uno strumento particolarmente
efficace per attivare investimenti diffusi sul territorio che fungano
da volano per creare occasioni di lavoro per piccole e medie imprese
e, dunque, nuova occupazione. Determinante, in questa fase, immettere
nuova liquidità nel sistema economico, in modo che le risorse
possano alleviare i problemi delle imprese e lavoratori impiegati.
Anche quest’anno – sottolinea - l’operazione è frutto del
confronto maturato, anche in sede di Consiglio delle Autonomie
locali, con le associazioni rappresentative degli Enti locali a
livello regionale, che più conoscono le realtà territoriali e
possono, quindi, concorrere ad una ottimale programmazione delle
risorse messe a disposizione dalla Regione”. Cambiamo
argomento e passiamo al Piano regolatore acquedotti, strumento di
programmazione fondamentale per la tutela delle risorse idriche,
bene primario pubblico, da tutelare attraverso una gestione razionale
e da salvaguardare per le generazioni future. È l’obiettivo del
Piano regolatore degli acquedotti adottato dalla Giunta regionale,
sul quale Comuni e Enti interessati possono formulare le
osservazioni, dopo la prossima pubblicazione dell’atto sul
Bollettino Ufficiale della Regione Marche. Il Piano è stato redatto
da un gruppo di lavoro, coordinato dall’ufficio regionale
competente, sulla base di un progetto preliminare del 2004,
aggiornato con tavoli tecnici di settore che hanno delineato esigenze
attuali e prospettive future. “Il Piano è stato predisposto in
modo partecipato, con le Autorità d’ambito territoriale ottimale
(Ato) e i Gestori che hanno fornito, con spirito di fattiva
collaborazione, elementi utili per avere una visione reale in merito
alle derivazioni, agli schemi degli acquedotti e alla gestione del
servizio – afferma il vicepresidente e assessore regionale ai Servi
Pubblici Locali, Antonio Canzian – curata anche la Valutazione
ambientale strategica (Vas) per determinare la ricaduta ambientale e
paesaggistica dell’applicazione del Piano. Ora abbiamo a
disposizione uno strumento che completa l’iter amministrativo e
guiderà gli interventi di salvaguardia delle risorse idriche per i
prossimi decenni”. Obiettivi del Piano: individuare fonti di
approvvigionamento da riservare all’uso potabile; programmare gli
interventi di risanamento delle reti, di riduzione delle perdite, di
risparmio idrico, ottimizzando la gestione degli acquedotti;
utilizzare nuove acque sotterranee profonde dei sistemi idrogeologici
appenninici, individuate come riserve. Sulla stima di una crescita
demografica del 7,5% entro il 2025 e del 14,5 % nel 2050 le
previsioni del piano consentono di coprire le esigenze stimate per
l’anno 2025 di 8.603 litri di acqua al secondo e nel 2050 di 9.070
litri su scala regionale. Per l’attuazione del presente Piano è
previsto un programma di investimenti complessivi stimati
intorno a 800 milioni di euro entro il 2050.
Daniele Gattucci
Nessun commento:
Posta un commento