Indesit ha proposto un'ulteriore riduzione di 94
esuberi di personale e ha detto di ritenere prevedibile nei prossimi anni il
reintegro di 400 lavoratori. E' quanto si legge in una nota della società di
Fabriano diffusa dopo il tavolo di oggi al ministero dello Sviluppo economico
sul piano di riorganizzazione aziendale con sindacati e istituzioni. "Le
soluzioni proposte consentono di ridurre subito a 1.030 il numero di persone
coinvolte (dal piano) negli stabilimenti", spiega l'azienda sottolineando
che di questi, come già anticipato al tavolo di settembre, 330 sarebbero
accompagnati alla pensione. "Grazie ai benefici attesi dagli investimenti
e alle previsioni di recupero dei mercati nei prossimi 5 anni è prevedibile
inoltre il reimpiego graduale di oltre 400 lavoratori", spiega ancora
Indesit, sottolineando che "il numero di persone non riassorbite a fine
periodo si ridurrebbe così da 1.400 a 300, un numero più che dimezzato rispetto
ai 650 lavoratori che già oggi sono sostanzialmente in esubero, considerando le
giornate di cassa integrazione ordinaria in corso e quindi a prescindere dal
piano di riorganizzazione proposto". Al di fuori degli stabilimenti, e quindi
dei 1.030, Indesit ha confermato che i 150 impiegati saranno riassorbiti in 4
anni. Confermato l'aumento degli investimenti da 70 a 78 milioni. Il piano di
riorganizzazione originario, presentato a giugno, prevedeva 1.425 esuberi: 25
dirigenti sono già usciti, mentre nel tavolo di settembre si era parlato di un
taglio degli esuberi di 126 unità. A conti fatti, oggi è stata proposta la
riduzione degli esuberi di altre 94 unità. Indesit spiega inoltre che "i
1.030 lavoratori delle fabbriche inizialmente coinvolti dai contratti di
solidarietà lavorerebbero mediamente al 60%, con una retribuzione superiore
all'80%. Percentuali destinate poi a crescere". Il 31 ottobre le parti si
riuniranno nuovamente presso il ministero per lo Sviluppo Economico per verificare
definitivamente la fattibilità di un accordo, "indispensabile per
l'utilizzo dei contratti di solidarietà". (Reuters)
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