domenica 27 ottobre 2013

#BUONGIORNO!


 Il festival renziano per eccellenza è giunto al termine e non poteva mancare di certo un intervento conclusivo da parte di colui che più l'ha ispirato. Lasciando la Leopolda, Matteo Renzi ha toccato molti temi. In primis, sulla giustizia, il sindaco si è detto sicuro della tenuta del GovernoLetta nonostante le vicende giudiziare del Cavaliere. Riguardo la legge elettorale, Renzi si augura «che abbia tre caratteristiche: alla fine del voto sai chi ha vinto, quello che ha vinto deve avere i numeri per governare e lo deve fare per cinque anni, mai più larghe intese». Si è parlato poi di semplificazione della politica e di futuro. Sul primo, Renzi è intenzionato a puntare su quattro pilastri: «Italia, Europa, educazione e lavoro», che gli dovrebbero consentire di recuperare parte dei voti dei delusi grillini e dei delusi piddiellini. Sul futuro ha invece invitato i suoi a calmare gli animi, perché «Vincere è un'espressione da non usare in generale». 
Ciò a cui stiamo assistendo, è un Renzi-politico che guarda alla pancia del partito, senza però trascurare aree politiche distanti dal centrosinistra "tradizionale". Tuttavia, nelle sue parole non traspaiono proposte concrete, ma solo giochi di parole da ottimo comunicatore quale è. Se dargli fiducia o meno, la parola ora passa all'elettorato. Sicuramente, con un centrodestra smarrito ed una totale assenza di concorrenza politica, mai come ora il sindaco fiorentino si intravede a Palazzo Chigi.

Gabriele Pegolo

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