martedì 24 settembre 2013

#BUONGIORNO!

Prendo spunto dalla giornata di ieri per parlare di ciò che mi ha colpito molto. Ascoltando i dibattiti televisi, al centro di tutte le discussioni c'era la parola "tassa". E' stato ormai reso noto che per evitare l'aumento di un punto percentuale di IVA, lo Stato dovrà trovare 5 miliardi come copertura per dicembre e per tutto il 2014. Per far ciò tuttavia - e qui sono rimasto veramente colpito - si è parlato solamente di forme alternative di tasse, di tasse nascoste, subdule o addiritttura del ritorno di tasse come l'IMU. Per quale oscuro motivo non si parla mai tagli alla spesa pubblica? La risposta è semplice: l'Italia è un Paese costituito da piccole lobby, piccoli poteri che difendono per questo il loro "feudo" attraverso minacce avvantaggiate da posizioni di rilievo. La spesa pubblica italiana si aggira intorno ai 800 miliardi, vale a dire il cinquanta percento del PIL. Di questi, almeno il due-tre percento si possono tagliare, ma in che modo? Innanzittutto attraverso la liquidazione delle eccedenze in Pubblica Amministrazione che si aggirano intorno alle 300.000 unità. In secondo luogo attraverso privatizzazioni. E' stato dimostrato che appalti a ditte private sono di cinque/sei volte meno onerosi rispetto ad una ditta pubblica. 
Queste misure porterebbero nelle casse dello Stato un risparmio annuo di 20 miliardi, cifra che potrebbero poi detrarre dalle tasse sul lavoro, abbassando il cuneo fiscale, dando così un po' di ossigeno alle aziende e all'occupazione.
Misure sicuramente molto discutibili e che farebbero discutere, ma necessarie per un accenno di ripresa. Tuttavia in Italia si sa, mancano persone con il coraggio di proporre scelte drastiche e persone altrettanto coraggiose da intraprenderle. 
Che il Paese dei ricatti vada avanti, inesorabile, verso il declino.

Gabriele Pegolo



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