“ Siamo in guerra e quando si è in guerra ogni mossa, ogni colpo anche il più basso è ammesso. Quando c’è una guerra ci sono inevitabilmente i morti, i cadaveri. Ebbene bisogna essere disposti a camminare sui cadaveri pur di uscire dal buio, pur di emergere. Non sappiamo chi resterà e chi invece sarà fatto fuori, nel frattempo dobbiamo continuare a dare il massimo di noi stessi. Che non venga mai a sapere nei prossimi giorni che qualcuno di voi non da il massimo di se stesso. Dobbiamo continuare a fare budget, a fare numeri, a produrre”. Queste frasi deliranti non sono state pronunciate da Belzebù, dal boia di Treblinka, o da qualche gerarca della Gestapo alle proprie truppe in assetto di guerra, ma da un anonimo quanto squallido manager aziendale ad un gruppo di impiegati in una riunione dentro un’azienda che una volta era un’eccellenza, un fiore all’occhiello di cui una comunità intera poteva andar fiera. Impiegati e lavoratori attoniti e preoccupati per il loro futuro lavorativo, per la possibilità non più remota di una improvvisa scomparsa del proprio lavoro, quindi della libertà di garantire una vita decorosa a sè e alla propria famiglia si son sentiti umiliare , arringare in questa maniera folle e scriteriata da manager privi di talento umano, per non parlare poi di scrupoli. Il capitalismo finanziario non guarda in faccia a nessuno pur di continuare a macinare numeri e profitti. Arraffa e scappa, affama e uccide. Hanno distrutto un territorio, lo hanno inquinato, impoverito, umiliato e adesso anche affamato. Hanno trovato manager senza scrupoli travestiti da fedeli cani da guardia i quali hanno smembrato aziende , le hanno svalutate e magari ne hanno permesso l’acquisto a altri gruppi azionari ad un prezzo di saldo pur di mettersi in tasca la loro lurida e sanguinante mazzetta. Hanno fatto tutto ciò con il piacere di farlo, ebbri delle loro teorie inumane e psicotiche di crescita, di profitti infiniti, di nuovi mercati da conquistare. Ma hanno una coscienza? La risposta è no, una coscienza non ce l’hanno. C’è molto rancore in ciò che scrivo, e come potrei non averlo? Ieri guardavo questa vallata da una collina…quanta bellezza inesorabilmente deturpata! Se ne vanno e non dicono neanche grazie per tutto quanto abbiamo fatto per loro….ebbene che se ne vadano via definitivamente e che ci lascino in pace, possiamo tranquillamente fare a meno di loro . Però che lascino tutto qua, capannoni, mezzi di produzione, capitali, progetti….Hanno cominciato in mutande e in mutande se ne vadano. Lo stato, i governi e le politiche ruffiane fino adesso gli hanno dato tutto quello che volevano. Riprendiamocelo! Gestiamo noi quello che rimane. Possiamo farlo. Anche una scimmia (con tutto il rispetto per le scimmie) è capace di fare meglio di loro. Senza di loro tutto sarà più facile. Inventiamoci una vita che non pesi, che non costi! Lasciamo vuoto il tempio dell’obbedienza! I sindacati parlano di scioperi di quattro ore, mettendosi magari tutti in fila, chiedendo permesso e magari anche scusa, perché le proteste devono essere garbate pacifiche e corrette. Quale correttezza hanno avuto i mega capitalisti verso di noi? Nessuna! Quindi nessun rispetto. Se ci saranno scioperi e picchetti questi andranno fatti davanti alle ville dei padroni. “Padroni” è forse un termine del passato e magari un po’ desueto, ma loro si comportano da padroni quindi non vedo perché non li debba chiamare in tal modo, con tutto il disprezzo che ho in corpo. Dovremo andare davanti alle loro ville lussuose e dire educatamente ma con fermezza: “buon giorno, siamo venuti a fare colazione nella vostra villa, domani verremo a pranzo fino a quando non sarete così magnanimi da andarvene via definitivamente”. Dovremo anche dire ai sindacati, ai vescovi e ai governanti che fino adesso han fatto gli interessi dei padroni che il tempo della pazienza e della bontà è finito. Adesso è venuto il momento di riprenderci ciò che è nostro!
Con tutta la rabbia che abbiamo in corpo. PS Sen. Maria Paola Merloni se ci sei batti un colpo e poi DIMETTITI!!!
Movimento 5 Stelle.
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