venerdì 17 maggio 2013

"PRIMA LEGGERE, POI COMUNICARE" L'EDITORIALE DI ALESSANDRO MOSCE'


Sono questi i giorni della Fiera del Libro di Torino, tradizionale appuntamento, ogni anno, dove si incontrano editori, scrittori e lettori. Il titolo della kermesse del 2013 è: “Dove osano le idee”. Dalla scrittura migrante alla violenza sulle donne, passando per mafia, solidarietà, famiglia e fine vita. Sono tanti i temi cari all’associazionismo protagonisti della 26° edizione del salone internazionale che si svolge dal 16 al 20 maggio. Tra i padiglioni del Lingotto Fiere, spazio anche a volumi che raccontano la disabilità e ai laboratori per ragazzi. Tra i personaggi più attesi c’è senz’altro Sahar Delijani, figlia di militanti politici iraniani, nata in un carcere di Teheran nel 1983, in cui erano stati imprigionati i genitori. Nel 1996 la famiglia riuscì a rifugiarsi in America e oggi Sahar vive a Torino con il marito italiano. Dalla dittatura khomeinista alla “primavera verde” del 2009, il suo intenso romanzo L’albero dei fiori viola intreccia i destini di donne iraniane separate dalla violenza della storia, ma accomunate dalla fedeltà delle loro radici. In una società come quella odierna, dove il comunicare prevale sul sapere e dove la conoscenza è stata soppiantata dall’informazione, il ruolo del libro è necessario per recuperare la centralità della cultura che nasce dall’approfondimento, dallo scavo, dal discernimento. L’apertura della fiera ha avuto un ospite d’eccezione, che con la sua consueta saggezza ha centrato il problema di fondo, tutto italiano. Il video messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato il seguente: “Il Salone del Libro di Torino consente incontri diretti con gli autori, occasioni di approfondimento culturale ed è uno straordinario luogo di dibattiti. Mi piace definirla la più grande libreria d’Italia. In Italia però si legge troppo poco, visto che sono meno della metà coloro che leggono almeno un libro l’anno. Auspico che il salone possa contribuire a combattere questo svantaggio collettivo”. Ed ha aggiunto: “Bisogna avvicinarsi fin da piccoli alla lettura, persino quando non si sa ancora leggere”. Il libro, la lettura, la cultura costituiscono pilastri insostituibili per il rafforzamento della democrazia, per lo sviluppo di una partecipazione consapevole e costruttiva alla vita politica e sociale, per il rinnovamento delle istituzioni e delle rappresentanze istituzionali. “Quello, cioè, di cui abbiamo assolutamente bisogno nel nostro paese”, ha aggiunto Napolitano. Un esempio da seguire, quindi, che ancora una volta ci viene dal detentore di un’obiettività super partes, da un capo dello Stato eletto da gran parte delle forze politiche per acclamazione popolare.

 

Alessandro Moscè

Direttore Editoriale

 

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