Sono
questi i giorni della Fiera del Libro di Torino, tradizionale appuntamento,
ogni anno, dove si incontrano editori, scrittori e lettori. Il titolo della
kermesse del 2013 è: “Dove osano le idee”. Dalla scrittura migrante
alla violenza sulle donne, passando per mafia, solidarietà, famiglia e fine
vita. Sono tanti i temi cari all’associazionismo protagonisti della 26°
edizione del salone internazionale che si svolge dal 16 al 20 maggio. Tra i padiglioni del Lingotto
Fiere, spazio anche a volumi che raccontano la disabilità e ai laboratori per
ragazzi. Tra i personaggi più attesi c’è senz’altro
Sahar
Delijani, figlia di militanti politici
iraniani, nata in un carcere di Teheran nel 1983, in cui erano stati
imprigionati i genitori. Nel 1996 la famiglia riuscì a rifugiarsi in America e
oggi Sahar vive a Torino con il marito italiano. Dalla dittatura khomeinista
alla “primavera verde” del 2009, il suo intenso romanzo L’albero dei fiori viola intreccia i destini di donne iraniane
separate dalla violenza della storia, ma accomunate dalla fedeltà delle loro
radici. In una società come quella odierna, dove il comunicare prevale sul
sapere e dove la conoscenza è stata soppiantata dall’informazione, il ruolo del
libro è necessario per recuperare la centralità della cultura che nasce
dall’approfondimento, dallo scavo, dal discernimento. L’apertura della fiera ha
avuto un ospite d’eccezione, che con la sua consueta saggezza ha centrato il
problema di fondo, tutto italiano. Il video messaggio
del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato il seguente: “Il
Salone del Libro di Torino consente incontri diretti con gli autori, occasioni
di approfondimento culturale ed è uno straordinario luogo di dibattiti. Mi
piace definirla la più grande libreria d’Italia. In Italia però si legge troppo
poco, visto che sono meno della metà coloro che leggono almeno un libro l’anno.
Auspico che il salone possa contribuire a combattere questo svantaggio
collettivo”. Ed ha aggiunto: “Bisogna avvicinarsi fin da piccoli alla lettura,
persino quando non si sa ancora leggere”. Il libro, la lettura, la cultura
costituiscono pilastri insostituibili per il rafforzamento della democrazia,
per lo sviluppo di una partecipazione consapevole e costruttiva alla vita
politica e sociale, per il rinnovamento delle istituzioni e delle
rappresentanze istituzionali. “Quello, cioè, di cui abbiamo assolutamente bisogno
nel nostro paese”, ha aggiunto Napolitano. Un esempio da seguire, quindi, che
ancora una volta ci viene dal detentore di un’obiettività super partes, da un
capo dello Stato eletto da gran parte delle forze politiche per acclamazione
popolare.
Alessandro
Moscè
Direttore Editoriale
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