Esiste un
bene comune che non sia un partito o un movimento? Esiste la verità delle cose,
al di là di ogni distinzione di bandiera, di appartenenza precostituita? La
politica è capace di scegliere sulla base del buon senso che potrebbe
accomunare chiunque? A Fabriano, come altrove. Cosa significa, oggi come oggi,
essere di destra o di sinistra, o non riconoscersi in alcun sistema definito?
Esistono ragioni collettive che devono essere fatte prevalere di volta in
volta? Già Norberto Bobbio aveva parlato di “politica contingente” vent’anni
fa. Il consiglio comunale di Fabriano, nel nostro piccolo, e a maggior ragione
la fase di stallo attuale del paese, ci dimostrano come le resistenze di parte
siano ancora molto forti, nonostante il richiamo all’unità nazionale espresso a
più riprese da un uomo saggio come il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. La grande coalizione sembra l’unica via percorribile per evitare
ulteriori spese elettorali e il crollo dei mercati italiani. Un governo che si
sviluppi nel sistema parlamentare in cui due grandi partiti cercano di
ottenere abbastanza seggi così da formare una guida di maggioranza. La Germania
c’è riuscita, noi siamo ancora indietro. Manca coesione, aggregazione,
coerenza, organicità. E’ un male endogeno, in Italia. Un male fasullo,
inaccettabile. Mi piace riprendere delle considerazioni proprio di Norberto
Bobbio contenute in un’intervista pubblicata dalla Fondazione Einaudi il 28
febbraio 1985. “Ho considerato come una delle promesse non mantenute della
democrazia proprio il fatto che la democrazia politica non si è estesa alla
società e non si è trasformata in democrazia
sociale. A rigore una società democratica dovrebbe essere democratica nella
maggior parte dei centri di potere. Questo in realtà non è avvenuto”. Torniamo
al punto di partenza, quindi. La democrazia è lacerata dalle divisioni, dalla
mancanza assoluta di obiettività. Per questo i partiti hanno fallito, e per
questo la gente si è stancata. Faccio una previsione: nel breve volgere di
qualche anno conteranno solo le intelligenze dei singoli, le capacità, le
competenze e l’onestà intellettuale. L’Italia è di fronte ad un bivio: la prima
e la seconda repubblica sono state identiche, la terza è avviata ad un cambiamento
radicale e definitivo. Forse è l’anticamera della sparizione dei partiti come
vorrebbe non solo Beppe Grillo?
Alessandro Moscè
Direttore Editoriale
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