
Agnelli dell’Est Europa che hanno viaggiato per migliaia di chilometri o
provenienti già congelati dalla Nuova Zelanda, tutti pronti per essere
spacciati come nostrani. Sono i “tarocchi” che i consumatori marchigiani
rischiano di trovarsi nel piatto per la Pasqua, secondo quanto denuncia
la Coldiretti. Se ogni anno nella nostra regione si allevano 200mila
agnelli, di cui la metà in occasione delle feste pasquali, altrettanti
vengono importati dall’estero e spacciati come italiani, approfittando
della mancanza dell’obbligo dell’etichetta d’origine. Un inganno per i
consumatori ma anche una concorrenza sleale verso i circa 1.800
allevamenti marchigiani. Da qui la scelta delle imprese nostrane di
proporre carne certificata. E’ il caso dell’Agnello della Marca,
promosso dall’associazione Bovinmarche. Il marchio identifica gli
animali nati e allevati nei pascoli d’alta quota dell’Appennino
centrale, con tanto di sigillo alimentare di amido e mais che può essere
cotto assieme al prodotto. Ma, sottolinea Coldiretti, è possibile
trovare sul mercato regionale anche l’Agnello del Centro Italia Igp, il
primo a denominazione d’origine che garantisce qualità e provenienza con
un codice di rintracciabilità attraverso il quale il consumatore potrà
avere tutte le notizie utili associate al prodotto. In questo modo,
sottolinea la Coldiretti Marche, si potrà avere la sicurezza di portare
in tavola agnello italiano, più buono, sicuro e di qualità rispetto a
quelli provenienti dall’estero. Da qui il consiglio di Coldiretti di
preferire la carne proposta dalle imprese che fanno filiera corta dal
campo alla tavola, presenti anche in molti dei Mercati e delle Botteghe
di Campagna Amica attivati sul territorio regionale.
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