La
contestazione messa in atto nei
confronti del Regolamento di Polizia Urbana dovrebbe rappresentare per la
nostra amministrazione comunale, l’avvio per la revisione totale dello stesso
regolamento. Non soltanto perché, in riferimento all’articolo che vieta di
fatto l’introduzione di animali nei giardini pubblici, esistono sentenze del
tar che annullano l’ordinanza stessa definendola illegittima perché limitativa della libertà di circolazione, ma
anche perché tale regolamento è stato
redatto da un’ Assessore condannato per falso ideologico. Pensiamo che, a sua
volta, la revoca della delega o la
richiesta di dimissioni, da parte del sindaco, avrebbe dovuto rappresentare un’
atto dovuto ,ma purtroppo tale realtà è prevista soltanto da un codice etico,
non scritto, ma al quale ogni amministrazione dovrebbe attenersi rigidamente.
Riteniamo inoltre che le deleghe in possesso dell’Assessore in questione
rientrino in pieno conflitto l’una sull’altra. Infatti, mentre con il
regolamento da lui redatto di Polizia Urbana si limita la libertà individuale non solo a chi detiene un’
animale, ma anche ai bambini che vengono
divisi per fasce di età e per zone da frequentare, nello stesso tempo L’Assessore entra in
palese conflitto con la delega alla Partecipazione a lui stesso assegnata. Infatti “Vietare la libertà” non è
assimilabile a “partecipazione”. Caro
Assessore Paglialunga, le rammentiamo che la partecipazione è quell’esercizio
che attribuisce al cittadino un ruolo di
primaria centralità nella vita pubblica, e quindi non più semplici
elettori ai quali è concesso solo il
diritto di esprimere la propria
preferenza attraverso il voto, ma bensì cittadini attivi non e più semplici
spettatori , trasformando gli
stessi in co-protagonisti alla vita pubblica della propria città. Forse, caro Assessore, lei lo ha completamente dimenticato dal
momento che lei è la stessa persona che vieta , attraverso la censura , di poter pubblicare il proprio pensiero sulla
bacheca facebook dell’Urp comunale a chi dissente dalle scelte
dell’amministrazione. Se fossimo in una
democrazia degna di tale aggettivo, espressione autentica della sovranità
popolare, non sarebbe successo quel che è accaduto; sappiamo bene di avere a che fare con una
politica dalla “p” minuscola con la quale fare i conti ma tuttavia non ci rassegniamo a questo modo che
vorrebbe imporci la logica di dover considerare lecito ciò che è illecito e che
sconfessa tutta l’impalcatura della gestione della partecipazione locale. Alla luce di quanto sopra, chiediamo al sindaco del comune
di Fabriano di procedere alla sostituzione dell’Assessore Paglialunga.
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