sabato 14 giugno 2014

STATALI, DIVENTA PIU' FACILE LA MOBILITA'. SPINTA SUL PART-TIME PER FAVORIRE I GIOVANI

di Luca Cifoni (Il Corriere Adriatico)
ROMA - La riforma della pubblica amministrazione sarà al centro del super-venerdì del governo: nel Consiglio dei ministri in calendario al rientro di Renzi dall’Oriente saranno esaminati come promesso un decreto ed un disegno di legge per il riassetto dell’apparato statale, con al centro le 44 proposte sottoposte alla consultazione on line. Ma la distribuzione dei temi tra i due provvedimenti, ed anche molti dettagli, sono ancora in via di definizione. Il giorno prima, giovedì 12, il ministro Marianna Madia vedrà i sindacati. In un documento inviato loro in preparazione dell’incontro c’è una cauta apertura sulla possibilità di tornare a discutere sui contratti: come tema numero 45 viene infatti indicato proprio il rinnovo contrattuale, che del resto era stato oggetto di una parte consistente delle risposte inviate al ministero dagli stessi dipendenti. 
IL DANNO AI LAVORATORI 
Si riconosce che il blocco dei contratti ha prodotto «un danno ingiusto» ai lavoratori e in particolare a quelli con retribuzione più bassa; per questo il governo ritiene che il bonus da 80 euro al mese sia stato «di notevole utilità anche nel pubblico impiego». La conclusione è che «il tema della parte economica del contratto merita di essere affrontato a partire dal prossimo anno». In effetti il blocco dei rinnovi stabilito per legge termina nel 2014, ma finora (nel Documento di economia e finanza) il governo non ha previsto le necessarie risorse finanziarie, che quindi nel caso dovranno essere trovate. Nel decreto legge saranno probabilmente inserite misure in tema di semplificazione (alcune verranno ripescate da provvedimenti dei precedenti esecutivi non giunti al traguardo) e di amministrazione digitale. 
LE NORME URGENTI 
Potrebbero avere carattere di urgenza una parte delle norme sulla mobilità del personale, e più specificamente quelle relative alla mobilità volontaria: sarà cancellato il nulla osta dell’amministrazione di provenienza, attualmente necessario nel caso in cui un dipendente chieda di trasferirsi. Resta l’intenzione di ricorrere alla mobilità anche quando non ci sia l’assenso dell’interessato, con la garanzia del mantenimento del trattamento economico e di un vincolo sulla distanza geografica. 
LE IPOTESI PER LA STAFFETTA 
Tra gli obiettivi annunciati da Madia c’è quello della staffetta generazionale, cioè l’immissione di forze fresche nella pubblica amministrazione. Sulle modalità sono ancora in corso approfondimenti. Rispetto alle scorse settimane è tramontata l’ipotesi di reintrodurre l’istituto - poco usato in passato - dell’esonero dal servizio, ovvero il collocamento a riposo prima della pensione con una quota di stipendio (ad esempio il 50 per cento). È confermata invece la volontà di abrogare un altro istituto, quello del trattenimento in servizio (cioè la possibilità di restare al lavoro anche dopo aver raggiunto il limite di età per la pensione); il governo conta di ricavarne 10.000 posti in più per i giovani. In questo stesso ambito è stato deciso di non permettere più a dipendenti in pensione di essere nominati ad incarichi dirigenziali, pratica a cui in passato si è fatto ricorso anche ad altissimo livello. Per liberare posti per i giovani le amministrazioni potrebbero invece spingere sul ricorso al part time, finora non sempre facilissimo da ottenere (riguarda circa il 5 per cento del totale dei dipendenti). Questa linea si intervento si concilia con l’intenzione di rivedere i criteri del turn-over, mantenendo per le amministrazioni il vincolo finanziario ma rimuovendo quello legato al «computo delle teste». In altre parole con più lavoro a tempo parziale si libererebbero spazi per le assunzioni: il numero dei dipendenti potrebbe aumentare a spesa invariata.

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