Il giorno giovedì 12 giugno si è
tenuta, in Consiglio Comunale, la discussione e l’approvazione del Regolamento
di Pulizia Urbana e Municipale. Il mio voto, insieme a quello di tutta
l’opposizione consiliare, è stato contrario. Personalmente ritengo che la
responsabilizzazione dei cittadini passi attraverso l’educazione, il confronto
e i buoni esempi e non dovrebbe essere grottescamente imposta con articoli e
codicilli provinciali che a volte sono talmente repressivi e restrittivi da
risultare privi di ogni buon senso. L’amministrazione di Giancarlo Sagramola,
attraverso atti come il Regolamento di ieri approvato a maggioranza, dimostra
ancora la sua superficialità. Il nodo centrale della discussione è
fondamentalmente questo: che idea di società futura dovrà animare la Fabriano
dei prossimi anni? In passato Fabriano è stato un grande quartiere dormitorio
asservito alla grande industria, pochi luoghi di ritrovo, poca povertà e un
salotto buono che era il centro storico. Scientificamente questa città è stata
voluta costruire così. Oggi la situazione è ben diversa: le fabbriche hanno
chiuso, il reddito dei cittadini è in caduta libera così come il loro umore, e
un’Amministrazione Comunale lungimirante deve incentivare la vita cittadina,
l’aggregazione che sta sorgendo intorno a nuove attività e non reprimere
continuamente con orari, metri, numeri, vincoli, sanzioni. Ovviamente nel
rispetto di tutti. In ogni caso esistono il Codice Civile e Penale per le
questioni serie. Le restrizioni ordinate nella nostra città dall’assessore alla
“sicurezza” Mario Paglialunga sono la rappresentazione grottesca di chi
vorrebbe esercitare in modo coercitivo un potere sulle consuetudini di una
collettività. Vediamo nel merito: non fare entrare in nessun caso i bambini
sopra i sei anni in bici e i cani, neanche con la museruola e con il
proprietario con l’apposito sacchetto ai Giardini Regina Margherita è a mio
avviso una scelta sbagliata, fare multe a chi fa accattonaggio è evidentemente
una stupidaggine sia perché non ci si aspetta questo da un’amministrazione di
pseudo “centro-sinistra”, sia perché molto più prosaicamente non verranno mai
pagate. Sanzionare il turpiloquio in strada è addirittura umoristico: chi avrà
la discrezionalità di sanzionare? Il vigile urbano che casualmente si trova nei
paraggi. Un’amministrazione seria che vuole dare una risposta di civiltà ai
problemi di una collettività si pone come primo problema quello del decoro dei
giardini, della continua manutenzione della piscina piuttosto che lavorare
esclusivamente sui “divieti di accesso” e di fruizione. L’unica dimostrazione
di buon senso, sebbene tardiva, per rimediare alle ricadute che un tale atto
repressivo avrebbe sulle nostre vite di cittadini, è quella di ritirarlo. Se questo
non avverrà, di fronte a tanta chiusura viva l’eleganza del pubblico
turpiloquio di Marziale, un poeta romano che rimarrà alla storia a differenza
di un’amministrazione di provincia, semplicistica e dirigista che durerà solo
il tempo di un’elezione.
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