Quasi 7000 posti di lavoro persi nelle Marche a fine anno. È la stima di
Cna basata su dati forniti da Unioncamere e Ministero del Lavoro sulla
base dell’indagine Excelsior. L’allarme viene lanciato dal presidente
Cna di Pesaro e Urbino, Alberto Barilari secondo il quale «abbiamo sei
mesi di tempo per rendere meno pesante questa previsione e favorire le
assunzioni di nuovo personale nelle aziende della regione». Secondo
Moreno Bordoni, segretario provinciale di Pesaro, occorre «intervenire
sulle difficoltà burocratiche, sull’accesso al credito, sulla conoscenza
dei mercati in modo da rendere meno complicato avviare un’impresa per i
tanti giovani desiderosi di mettersi in proprio sulla riduzione della
tassazione locale che sta diventando un ostacolo alla crescita».
Nella classifica regionale svetta Ancona dove nei prossimi mesi si perderanno più posti di lavoro (-2.180). Segue la provincia di Pesaro Urbino (-1.880) e Macerata (- 1.280). Situazione migliore ad Ascoli Piceno (-830) e a Fermo (-500). I lavoratori maggiormente a rischio disoccupazione saranno quelli occupati nel commercio, nel turismo, alloggio e ristorazione, nei trasporti, nei servizi. Tra le imprese manifatturiere, quelle che avranno il maggior calo di personale saranno quelle del sistema moda, meccanica, mobile e alimentari.
«Di fronte a una disoccupazione giovanile che ha raggiunto quest’anno il 36,1% rispetto al 23,8% del 2001 - concludono Barilari e Bordoni - non si deve e non si può restare a guardare. Si tratta di una disoccupazione non solo manuale ma anche intellettuale, visto che negli ultimi due anni il tasso di disoccupazione dei giovani laureati è salito dal 5,4 all’8 per cento e quello dei diplomati dal 7 al 10,1 per cento. Bisogna per questo favorire l’inserimento di giovani occupati nelle nostre aziende, in particolare diplomati e laureati, che portano competenze, innovazione, ricerca, capacità di guardare ai mercati internazionali». (Il Messaggero)
Nella classifica regionale svetta Ancona dove nei prossimi mesi si perderanno più posti di lavoro (-2.180). Segue la provincia di Pesaro Urbino (-1.880) e Macerata (- 1.280). Situazione migliore ad Ascoli Piceno (-830) e a Fermo (-500). I lavoratori maggiormente a rischio disoccupazione saranno quelli occupati nel commercio, nel turismo, alloggio e ristorazione, nei trasporti, nei servizi. Tra le imprese manifatturiere, quelle che avranno il maggior calo di personale saranno quelle del sistema moda, meccanica, mobile e alimentari.
«Di fronte a una disoccupazione giovanile che ha raggiunto quest’anno il 36,1% rispetto al 23,8% del 2001 - concludono Barilari e Bordoni - non si deve e non si può restare a guardare. Si tratta di una disoccupazione non solo manuale ma anche intellettuale, visto che negli ultimi due anni il tasso di disoccupazione dei giovani laureati è salito dal 5,4 all’8 per cento e quello dei diplomati dal 7 al 10,1 per cento. Bisogna per questo favorire l’inserimento di giovani occupati nelle nostre aziende, in particolare diplomati e laureati, che portano competenze, innovazione, ricerca, capacità di guardare ai mercati internazionali». (Il Messaggero)
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