“E’
bravo Parolin!”, ha esordito Francesco, nella sua telefonata ai partecipanti al
pellegrinaggio Macerata-Loreto, suscitando il sorriso e l’applauso. Presenti
nello stadio, oltre al segretario di Stato vaticano anche i vescovi
marchigiani, e allora pronta una battuta anche per loro: “Non so se sono bravi
i vescovi delle Marche!”. Altri sorrisi e applausi. Francesco si è poi rivolto
ai “cari giovani” per dirsi “felice che il vostro pellegrinaggio cada proprio
nella notte che precede la festa dello Spirito Santo, la Pentecoste, e il
nostro incontro in Vaticano per la pace in Medio Oriente. Unitevi a noi e chiedete
a Dio di far risuonare nuovamente in quelle terre il Cantico degli angeli,
Gloria a Dio nei cieli e pace agli uomini”. Poi l’invito a non farsi rubare i
sogni, ma anche a non aver paura di dubitare, perché “la fede non è un’eredità
che si riceve, non una merce che si compra, ma una scelta d’amore” che si
conquista, anche tra i fallimenti. Infine l’appello a “non farvi rinchiudere
nel grigiore e nella mediocrità: la vita non è grigia, è fatta per le grandi
cose. La negatività è contagiosa ma anche la positività lo è: continuate a
irradiare luce e speranza. E questa notte pregate anche per me: ne ho bisogno”.
“Che bella combinazione! Io insieme ai presidenti di Israele e Palestina
domenica pregherò per la pace e voi intanto camminerete verso la Santa Casa con
la stessa intenzione – aveva sorriso Francesco, e al vescovo di
Fabriano-Matelica, Giancarlo Vecerrica, ideatore 36 anni fa del cammino, aveva
annunciato quel “segno” di vicinanza che tra pochi minuti avverrà. Lontano è il tempo in cui a seguirlo nell’impresa
notturna di quei 28 chilometri macinati cantando e meditando era un pugno di
studenti, oggi arrivati a 100mila presenze da tutta Italia e a volte anche
dall’estero. “Ormai è un pellegrinaggio scritto nel Dna della città”, ha ben
espresso il sindaco di Macerata, ricordando che con la sua spiritualità “unisce
spesso anche i non credenti” a quel fiume in preghiera. Centinaia di migliaia
le invocazioni affidate a biglietti di carta che domani mattina all’alba
verranno bruciati sul sagrato della basilica di Loreto e raggiungeranno
rapidamente il cielo. “Un’invocazione è arrivata direttamente dalla Repubblica
Centrafricana”, fa sapere Vecerrica, “dove si sta verificando una forte
situazione conflittuale contro i cristiani”. E proprio sulla pace si è
soffermato pochi minuti fa il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato
della Santa Sede, per la prima volta alla Macerata-Loreto, incontrando i
giornalisti prima di celebrare la Messa nello stadio: “Titolo del
Pellegrinaggio quest’anno è ‘Di cosa abbiamo bisogno per vivere?’ e
l’esperienza di questo pellegrinaggio è che oltre a esserci un’inquietudine nel
cuore umano c’è anche una risposta, che per noi è Gesù. Come ci ha detto Papa
Francesco, la risposta è nella vicinanza, nel farci prossimo delle persone
qualsiasi difficoltà vivano”. Parolin ha poi sottolineato come in Vaticano
siano forti “l’attesa e la soddisfazione” perché i due presidenti di Terra
Santa, Mazen e Peres, “hanno accettato l’invito che Francesco ha rivolto loro a
Betlemme di incontrarsi domani in Vaticano. Un incontro a livello di preghiera,
sia chiaro, non che ci si aspetti chissà che cambiamenti, anche se un miracolo
può sempre capitare”. D’altra parte a Betlemme Francesco aveva offerto “la mia
casa per pregare insieme”, e questo avverrà. Aveva anche invitato a “mutare le
spade in aratri” e ora, ha notato Parolin, “già l’aver ricreato un’atmosfera di
fiducia è quasi un miracolo. Ora in Medio Oriente c’è bisogno di decisioni
coraggiose”. L’incontro avverrà nel “terreno neutro” dei Giardini Vaticani,
all’aperto, perché il cielo è di tutti, “l’ambiente migliore per ogni
sensibilità”. Parole di pace anche per Meriam, la donna che rischia la pena
capitale in Sudan in quanto cristiana, per la quale Parolin ha rivelato
l’impegno forte e silenzioso della Santa Sede: “E’ uno dei temi che più ci
stanno a cuore. La Santa Sede cerca la maniera più efficace per intervenire… e
non sempre è quella di gridare”.
Lucia Bellaspiga - Avvenire
Leggi l'articolo completo:
Nessun commento:
Posta un commento