“Fabriano è una capitale dell’arte a livello nazionale.
Potrei paragonarla ad Alberobello, per la qualità che offre. La vera forza del
nostro Paese è data da città come Fabriano, che vantano un biglietto da visita
non comune, anzi invidiabile. Suggerisco al Governatore Spacca di spostare il
capoluogo di Regione da Ancona proprio a Fabriano. Dire ad Urbino sarebbe
troppo facile. Il Maestro di Campodonico, Allegretto Nuzi, il grande Gentile.
La storia dell’arte è di casa, a Fabriano. Questa città vale più di qualunque
altro luogo tedesco che la Merkel non avrà mai. E’ sul patrimonio artistico che
si fonda il futuro di questa terra. Ancona è estranea a se stessa, Fabriano per
fortuna no”. Con queste parole Vittorio Sgarbi, come al solito funambolico e
irresistibile, lancia la mostra “Da Giotto a Gentile”. Il critico d’arte cala
l’asso: Fabriano sarà una delle città protagoniste delle grandi mostre 2014 in
Italia, con l’esposizione collocata tra il Due e Trecento e in programma dal 25
luglio al 30 novembre nella Pinacoteca Molajoli e in tre chiese del centro
storico. La mostra darà conto di un patrimonio artistico in gran parte
“sommerso” e inscindibile da un contesto paesaggistico e ambientale di straordinaria
bellezza: oltre 100 le opere che si potranno ammirare fra dipinti, pale d’altare,
tavole, affreschi staccati, ma anche sculture, oreficerie rarissime, miniature,
manoscritti, codici concessi in prestito dai più prestigiosi musei italiani e
stranieri. “Da Giotto a Gentile” è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio
di Fabriano e Cupramontana con il sostegno del Comune di Fabriano, in
collaborazione con la Regione Marche, la Soprintendenza dei Beni Storici Artistici
ed Etnoantropologici delle Marche di Urbino, la Soprintendenza dei Beni Storici
Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria e la Diocesi di Fabriano-Matelica, sotto
l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il patrocinio della
Presidenza del Consiglio dei ministri. Prosegue Sgarbi nella sua sulfurea disamina: “Secondo me è una
questione di temperamento, di indole della gente. Francamente ci vorrebbe uno
psicologo per spiegare l’autolesionismo di Ancona, città inutile e dispendiosa,
senza cultura, distaccata dalle cose belle, mentre a Fabriano vi sapete
organizzare. E per quanto riguarda le istituzioni, a partire dal basso fino ad
arrivare al governo, dico che tagliare i fondi per i beni culturali, che
rappresentano un valore aggiunto indispensabile, significa stare nel Congo”. Sgarbi
conclude: “Se vuoi capire l’arte italiana devi vedere specie le Marche,
Fabriano, Jesi, Urbino”. Aveva dunque ragione Lev Tolstoj, che nel capolavoro “Il regno di Dio è in voi” (1893) scriveva: “Per giungere nel luogo a cui si tende, bisogna dirigersi con
tutte le forze verso un punto molto più alto. Abbassare l’ideale, non solo è
diminuire la probabilità di giungere alla perfezione, ma distruggere l’ideale
stesso”. Non ci resta che accogliere
Gentile, Giotto e Cimabue…
Alessandro Moscè, direttore
editoriale
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