Una trentina di bidelle
che lavorano presso asili e scuole elementari, rischiano di passare
da uno stipendio di 900 euro al mese a poco più di 200 euro al mese.
A segnalare questo sono le dipendenti di una cooperativa su cui pende
la possibilità di razionalizzazione e dei tagli previsti dal
Ministero. Roberta Romanelli riferisce al Resto del Carlino che
alcune bidelle, lavorano nelle scuole da oltre 25 anni, quando erano
le uniche ad operarci ed erano state assunte come bidelle a tutti gli
effetti, aprivano e chiudevano gli stabili e facevano sia pulizia sia
vigilanza, sempre in cooperativa ma per il Comune. Oggi è in arrivo
una decurtazione del 70% dello stipendio, in quanto alcune di noi
dovrebbero passare da 30 a 12 ore settimanali. Inoltre ci si troverà
anche a dover cambiare mansioni, cioé non più vigilanza e pulizia,
ma solo quest’ultima perché il primo compito sarà esclusivamente
affidato al personale Ata. Di fatto, lamentano le operatrici, orari
ridotti, ma ritmi di lavoro ancora più alti”.
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