Caro
Marco, come avrà sicuramente letto, si è deciso di aprire il capitolo cooperative
sociali. Lei è giovane. Posso esternare un mio pensiero sincero? Come si
possono chiamare cooperative sociali se lasciano i propri dipendenti senza stipendi?
Questa non è socialità. Lavorare nel sociale significa che c'è qualcuno che si
prende cura (in maniera professionale) e aiutare quelle categorie di persone
che hanno o possono avere dei problemi e delle difficoltà. Tra queste categorie
ci sono, ad esempio, gli anziani, i diversamente abili, i bambini in difficoltà,
i tossicodipendenti, gli alcolizzati, gli immigrati e di certo questo non è il
modo di risolvere problemi ma bensì di crearli. La cosa più aberrante è che le
istituzioni, pur sapendo di quanto sta accadendo, non ascoltano le grida di
questi tanti dipendenti che comunque lavorano in modo dignitoso ed onesto.
Anche loro – e te lo dico da nonno - hanno il diritto e il dovere di essere
retribuiti. Ai loro stipendi ci sono legate famiglie intere costrette a vivere
ogni mese nell'ansia più cupa. Come si può adempiere alle tasse scolastiche, ai
mutui, alle bollette, alla spesa quotidiana? Cosi facendo nemmeno i soldi per
il pane ci sono! Tutti dicono che il futuro è dei giovani, tutti si riempiono
la bocca di queste belle parole. E i nostri governanti, allo stato dei fatti, bloccano
il futuro dei nostri figli così facendo. Le istituzioni locali fabrianesi si
sono fatte paladine per le varie industrie per poter garantire continuità sia
ai lavoratori sia alle famiglie, si veda ciò che è stato fatto per la
Tecnowind, per la ex Ardo, per la Best e per l'Indesit, poi il male lo si ha in
casa propria, nella stessa sede, e non si fa nulla per risolverlo o addirittura
debellarlo. Le banche rifiutano anche i prestiti a questi dipendenti. Con una
busta paga dell'anno scorso non ti fanno credito nemmeno gli strozzini, hai
voglia a dire che hai un contratto a tempo indeterminato!!! Come può ancora
esistere nel duemilaquattordici ancora questo modo di fare? Perché la politica
ha deciso di allontanarsi deliberatamente dai problemi dei cittadini? Perchè i
nostri cari devono vivere questo grande disagio sociale pur lavorando
onestamente? Cosa dobbiamo ancora fare o sperare? Molti cittadini di Fabriano
non possono permettersi altri 120 giorni senza stipendio. Non possono più aspettare,
perché, in verità gli stipendi servono subito, adesso, ora. Scrivo a nome di un
mio caro parente che ha passato un Natale triste, forse il più triste di
sempre. I miei nipoti c’hanno chiesto: “Ma Babbo Natale ha portato solo un
regalo per noi?” Il cuore si è chiuso in una morsa glaciale di tristezza.
Confidiamo sempre che Babbo Natale è buono e l'anno prossimo porterà anche i regali
che mancavano questo anno! Tutti pensano – ma nessuno scrive per paura delle
conseguenze - ci arriveranno i miei cari al prossimo Natale con queste paghe
non date? Spero che qualcuno possa leggere ed aiutare una categoria di persone che ha problemi più o meno gravi e che senza
sussistenza ed assistenza presto soccomberà. Non può essere tutto quantificato
in una Spending review. Qui urge mettere in campo, etica, rispetto dei
contratti nazionali di lavoro e buon senso. Grazie per l’ospitalità, spero in
una vostra pubblicazione.
Alfredo
La
risposta di Marco Antonini
Caro
Alfredo la tua lettera è chiara e drammatica. Troppi dipendenti delle
Cooperative in servizio in Comune a Fabriano attendono lo stipendio da tanti mesi.
Con questa lettera iniziamo a sollevare il caso e ad informare l’opionione
pubblica... Daremo voce, per eventuali repliche, a tutte le
parti coinvolte in questa ennesimo problema. Speriamo che, anche stavolta,
vinca il diritto del povero che grida aiuto e non la confidenza e le vie
traverse del potente di turno.
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