
Il
segretario del Partito Democratico di Fabriano Michele Crocetti è da poco
tornato da Bruxelles dove ha presentato, il progetto "Work city".
All'incontro hanno partecipato Roberto De Angelis (Deputato Europeo), Thomas
Maes (Segretario Generale YES - Young
European Socialists), Chiara Malagodi (Vice Segretario Generale PES nel
Comitato delle Regioni) e la Delegazione dei Giovani Democratici della provincia
di Ancona. Andiamo a conoscere meglio il progetto.
L'APPROFONDIMENTO
Il progetto “Work
City” nasce dall'esigenza di fronteggiare una crisi di carattere economico–lavorativo
divenuta ormai sistemica, che rende evidente la necessità di una riconversione
del tessuto imprenditoriale del territorio. La principale ricchezza del nostro
Paese sta nelle idee e nelle capacità di impresa possedute dai propri
cittadini, i quali troppo spesso si trovano a dover affrontare le difficoltà di
carattere burocratico–amministrativo che ostacolano l'avviamento di nuove
attività. È doveroso mettere a disposizione gli strumenti e le informazioni
necessarie al fine di poter rendere concrete e realizzabili le iniziative che
possono concorrere a dare nuovo slancio all'economia locale, nonché in grado di
creare nuova occupazione. Il primo passo
per perseguire la realizzazione di quest’obiettivo passa per un’informazione diretta e
completa di tutte quelle che possono essere le opportunità di ottenimento di finanziamenti
e/o agevolazioni.
Il principale
indirizzo che si propone il progetto “Work City” è quello del filone dei finanziamenti a
livello europeo, che, come ormai noto, a fronte di un’ampia disponibilità d’intervento,
viene concretamente sfruttata solo in minima parte e monitorata ancor meno.
Basti pensare
che a fronte di circa 60.000.000.000 € stanziati dall'U.E. solo circa 40.000.000.000 €
di questi vengono utilizzati; pertanto appare evidente come vi sia un ampio spazio di
intervento al fine di rendere maggiormente accessibili tali fondi. In Italia esiste
ancora molta confusione riguardo ai finanziamenti europei. È necessario innanzitutto
partire dai cosiddetti fondi europei (o fondi comunitari), ovvero le risorse finanziarie del
bilancio dell’Unione europea, per poi comprendere che queste risorse finanziarie
vengono gestite con due modalità differenti. Si possono infatti distinguere due
tipologie di fondi europei: i fondi gestiti direttamente dalla Commissione
europea e i fondi la cui gestione è demandata agli Stati membri attraverso le
loro amministrazioni centrali e periferiche.
Nel caso dei
fondi europei a gestione diretta è la Commissione europea con sede a Bruxelles, o una
sua Agenzia delegata, che eroga i fondi direttamente agli utilizzatori finali, attraverso la
partecipazione ai bandi pubblicati periodicamente sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea (GUUE) o dalle singole DG della Commissione europea, nei diversi settori di
attività.
Questo tipo di
fondi europei seguono due procedure di aggiudicazione distinte: la sovvenzione (call
for proposal) e il bando di gara (call for tender). Nel caso dei
fondi europei a gestione indiretta, le risorse finanziarie del bilancio dell’UE vengono trasferite
agli Stati membri, in particolare alle Regioni, che sulla base dei programmi
operativi ne dispongono l’utilizzazione e l’assegnazione ai beneficiari finali. Queste risorse
sono rappresentate principalmente dai Fondi strutturali e dal Fondo di coesione. Di
questo tipo di finanziamenti europei danno ampia informativa i siti istituzionali
delle Regioni. Per quanto riguarda i Fondi Europei a gestione indiretta,
esistono vari livelli di programmazione per la distribuzione dei medesimi, che
così sinteticamente si possono indicare:
Fra i documenti
di programmazione dei fondi strutturali, il Programma Operativo (PO) specifica le
azioni pluriennali (Misure) che verranno realizzate per il conseguimento di una o più priorità
strategiche (Assi). Tali Assi sono quelli delineati nel Quadro Comunitario di Sostegno (QCS),
nel cui ambito il PO è inserito. Il PO quindi rappresenta una forma d’intervento dei
Fondi per l'attuazione di un QCS.
I
Programmi Operativi possono essere a titolarità nazionale (PON) o regionale
(POR) e usufruiscono delle risorse di uno o più Fondi strutturali.
Oltre a
descrivere Assi e Misure, i PO contengono un piano finanziario indicativo, che precisa per
ciascun Asse e per ogni anno la dotazione prevista. Il PON contribuisce ad
inserire i sistemi regionali, sui quali si basa la concreta attuazione degli
interventi programmati attraverso i Programmi Operativi Regionali (POR), in un quadro
nazionale coerente.
Tra
i vari fondi strutturali, troviamo ad esempio il FSE (Il Fondo sociale europeo)
Il Fondo sociale
europeo (FSE) è il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere l'occupazione,
aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più
eque per tutti. A questo fine, l’FSE investe nel capitale umano dell’Europa: i lavoratori, i
giovani e chi è alla ricerca di un lavoro. Grazie a una dotazione di 10
miliardi di euro l’anno, l’FSE
aumenta le prospettive occupazionali di milioni di cittadini europei, prestando
particolare attenzione a chi incontra maggiori difficoltà a trovare lavoro.
La Commissione
europea e gli Stati membri dell’UE stabiliscono congiuntamente le priorità dell’FSE
e le modalità di assegnazione delle sue risorse. Una di queste priorità
consiste nella promozione dell’adattabilità dei lavoratori e delle imprese,
grazie allo sviluppo, rispettivamente, di nuove competenze e nuovi metodi di
lavoro. Altre riguardano invece il miglioramento dell'accesso all'occupazione essendo
volte ad aiutare i giovani nella transizione dal mondo della scuola a quello
del lavoro oppure a impartire formazione ai disoccupati scarsamente qualificati
per migliorarne le prospettive occupazionali. La formazione professionale e l’apprendimento
permanente, che consentono ai cittadini di ottenere nuove competenze,
costituiscono una parte significativa di molti progetti dell’FSE. Mediante un’altra
priorità si intende poi aiutare le persone appartenenti a gruppi svantaggiati a
trovare lavoro: l’attenzione loro riservata rientra negli obiettivi di
promozione dell'inclusione sociale ed è un segno di quanto sia importante il
ruolo svolto dall'occupazione nel favorire l'integrazione dei cittadini nella
società e nella vita quotidiana. La crisi finanziaria ha spinto a moltiplicare
gli sforzi profusi per consentire ai cittadini di mantenere il proprio lavoro
o, nel caso lo abbiano perduto, per aiutarli a trovarne al più presto uno nuovo.
Altra
importante tipologia di Fondo è il FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale)
Il FESR mira a
consolidare la coesione economica e sociale dell'Unione europea correggendo gli
squilibri fra le regioni.
In sintesi, il
FESR finanzia:
* aiuti diretti
agli investimenti nelle imprese (in particolare le PMI) volti a creare posti di lavoro
sostenibili;
* infrastrutture
correlate ai settori della ricerca e dell’innovazione, delle telecomunicazioni,
dell’ambiente, dell’energia e dei trasporti;
* strumenti
finanziari (fondi di capitale di rischio, fondi di sviluppo locale ecc.) per sostenere lo
sviluppo regionale e locale ed incentivare la cooperazione fra città e regioni;
* misure di
assistenza tecnica.
Il FESR può
intervenire nell'ambito dei tre nuovi obiettivi della politica regionale:
▪ Convergenza
▪ Competitività regionale e Occupazione
▪ Cooperazione territoriale europea
Il FESR accorda
inoltre particolare attenzione alle specificità territoriali. Il fondo interviene nelle
aree urbane per ridurre i problemi economici, ambientali e sociali. Le zone che presentano
svantaggi geografici naturali (regioni insulari, aree montuose scarsamente popolate) godono
di un trattamento specifico. Nell'ambito del FESR è inoltre previsto un aiuto specifico
per le zone ultra periferiche per affrontare i possibili svantaggi dovuti al
loro isolamento. Per
quanto riguarda i Fondi Europei a gestione diretta, questi sono gestiti
direttamente da Bruxelles e possono essere richiesti da persone giuridiche,
pubbliche o private, stabilite negli Stati membri dell’UE o appartenenti ad
altri paesi che partecipano ai programmi europei di riferimento, quali ad
esempio: associazioni di categoria, camere di commercio, centri di ricerca,
enti di formazione, enti locali, imprese, ONG, parti sociali, università, ecc.
I finanziamenti
per i vari progetti si sviluppano tramite le sovvenzioni comunitarie, che vengono
assegnate a titolo di co-finanziamento per progetti o obiettivi specifici, generalmente
tramite inviti a presentare proposte (call for proposals). Si tratta di finanziamenti
essenzialmente tematici con obiettivi specifici - ambiente, ricerca, formazione -
concepiti e attuati dai vari dipartimenti della Commissione europea o dalle agenzie
esecutive.
Dalle
considerazioni fatte fino ad ora e dal
quadro emerso dall'analisi preliminare svolta, riteniamo che lo
strumento più efficace per agevolare gli intenti preposti, possa essere uno sportello con le
seguenti funzioni:
Informazione:
* capacità di
fornire informazioni relative alle opportunità ed ai bandi esistenti, tramite una
comunicazione chiara e puntuale, privilegiando il mezzo di pubblicazione
online.
Assistenza:
* reperimento
documentazione necessaria per la formulazione delle domande di accesso ai
finanziamenti, capacità di rispondere alle varie necessità che potrebbero emergere.
Risposta
al bando:
* ultimata la
fase preliminare di orientamento e reperimento documenti, lo sportello dovrà assistere
l'utente e assicurare la correttezza e completezza dell'iter procedimentale. Per
strutturare questo ultimo passaggio che potrebbe risultare il più complesso ed articolato,
sarebbe opportuno creare un tavolo di lavoro che coinvolga i vari enti, che in maniera
congiunta possano determinare quale sia la forma più adeguata.
Ad es.
l'assistenza potrebbe essere offerta in forma completamente gratuita per i
giovani che vogliano
avviare una prima attività, o alle categorie sociali maggiormente colpite dall'attuale
crisi economica; per le PMI o le piccole attività artigianali già avviate, si potrebbe
studiare una forma contributiva adeguata. É importante sottolineare che la
costituzione di questo servizio potrebbe essere finanziata dagli stessi fondi
che l'U.E mette a disposizione; per verificare questo è importante accedere
quanto prima possibile alle informazioni riguardanti la stesura del nuovo POR. Altro
elemento chiave di questo progetto deve essere la capacità del suddetto
sportello di inter-relazionarsi con i vari enti territoriali, creando una
filiera che passi dal Comune alla provincia e alla regione sino ad arrivare al
palazzo della regione Marche a Bruxelles. Questo è il momento più opportuno per
intraprendere una simile iniziativa, dal momento in cui in questo periodo si
sta ultimando il varamento del quadro di programmazione economica Ue
2014-2020
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