martedì 29 ottobre 2013

#BUONGIORNO!

Giusto qualche giorno fa parlai del grande caso diplomatico del "Datagate", accennandone solamente lo scoppio, ma preferii rimandarne una riflessione, perché probabilmente troppo prematuro. Per i meno informati, "Datagate" è il nome che è stato dato allo scandalo delle intercettazioni telefoniche effettuate dal NSA (National Security Agency), gli 007 americani, giusto per intenderci. Le cifre che stanno trapelando hanno del'incredibile e si quantificano in 53miliardi annui spesi dal governo americano per finanziare intercettazioni per trentacinque Paesi differenti, e solamente per l'Italia, nell'ultimo anno sono state effettuate 46milioni di intercettazioni. Cifre abnormi che hanno scatenato reazioni più o meno violente da parte dei Capi di Stato coinvolti. In Germania si è avviata una commissione d'inchiesta alla Bundestag. In Italia invece come in Spagna e in Francia viene rafforzata la vigilanza sull'ambasciata americana. Per dovere di informazione è d'obbligo dire che Obama si è detto estraneo alla vicenda, ma la sensazione è quella che il Presidente U.S.A sapesse a partire dal 2010. Aldilà dei giochi di spionaggio (piuttosto scontati) cosa ha messo in luce questo scandalo? Innanzitutto, data l'irrinunciabilità del mondo digitale, dobbiamo essere coscienti del fatto che siamo facilmente rintraccibili e che per ciò dobbiamo stare sempre più attenti ai nostri movimenti, con la conseguente perdita del concetto di trasparenza. Infine, sarebbe opportuna una parentesi su ciò che sono ai giorni d'oggi le vere forze militari, che stanno sempre più velocemente diventando subdule ed invisibili, di fatto quindi difficili da controllare.

Gabriele Pegolo

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