giovedì 19 settembre 2013

CONFARTIGIANATO: "NO AL PIANO INDUSTRIALE PROPOSTO DA INDESIT"


NO, non ci stiamo! Le associazioni di categoria delle piccole imprese dell'artigianato e del commercio, CNA e Confartigianato, respingono al mittente il piano proposto dal Dottor Milani, presidente ed amministratore delegato della Indesit Company, già peraltro contestato dalle stesse rappresentanze dei lavoratori. Diciamo basta a questo sciagurato disegno e a qualsiasi forma di delocalizzazione delle produzioni all'estero ed al conseguente e sistematico spopolamento produttivo del distretto industriale fabrianese. Sono ormai cinque anni che assistiamo impotenti ad una progressiva e continua desertificazione industriale del territorio operata dalle grandi aziende che portano le produzioni all'estero in Paesi dove il lavoro è più conveniente e del conseguente ricorso alla cassa integrazione come unica alternativa per una realtà che ormai conta centinaia di cassintegrati ed è ridotta allo stremo, facendo pagare al contribuente i costi sociali di queste operazioni pur di non voler rinunciare a massimizzare i profitti. Sono 3.874, a maggio di quest'anno, i lavoratori disoccupati iscritti alle liste di collocamento, il 18,8% della popolazione attiva, che aumenteranno ancora con la fine della cassa integrazione della Ex Antonio Merloni a cui si aggiungeranno i lavoratori delle altre vertenze aperte per le difficoltà del comparto delle cappe aspiranti che avrà come conseguenza la chiusura di decine di piccole imprese e di negozi – fenomeno peraltro già in corso - che per anni hanno costituito la linfa vitale di quello che è stato definito il modello marchigiano e che ora vede il suo epilogo. La posta in gioco è il progressivo depauperamento del sistema economico e sociale, che è stato alla base della società fabrianese per tutti questi anni, in una lenta, ma inesorabile, regressione che ha svuotato il nostro comprensorio di ogni possibile capacità produttiva. La cassa integrazione non può e non deve essere la soluzione del problema, anche perché questa interessa già oltre 1.500 persone. Né potrà essere una soluzione il ventilato riutilizzo del sito produttivo di Melano per la realizzazione di un centro di ricerca sulle tecnologie applicate agli elettrodomestici, domotica e quant'altro, sotto la direzione dell'università Politecnica delle Marche e con il finanziamento pubblico della Regione. Questa struttura sarà a beneficio delle attività produttive di tutto il territorio o ad esclusivo vantaggio della Indesit Company? Le piccole imprese dell'artigianato usufruiranno degli stessi servizi? Infine è bene ricordare che, mentre si continua a tamponare con politiche passive e assistenziali le grandi crisi industriali nostrane al contempo si sta consumando nel “silenzio assordante delle valli fabrianesi” il dramma di tante piccole realtà artigiane e commerciali, che rimaste orfane dell’egemonia industriale, sono poste ai margini dello scenario politico e normativo, che per analoghe situazioni di crisi aziendale, possono soltanto ricorrere a ammortizzatori in deroga senza alcuna prospettiva certa per il 2014. Questa disparità di trattamento contribuisce a fiaccare e a sminuire ancora di più la natura e la portata di qualunque piano di rilancio aziendale, che abbia in se una prospettiva ambiziosa e di ampio respiro temporale.

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