Processo
Ruby. Il Presidente Berlusconi dopo una prima condanna a quattro anni di
reclusione confermata in appello, è stato ieri condannato a sette anni dalla IV
sezione del Tribunale di Milano. Il Pdl questa mattina tramite "l’esercito
di Silvio" grida allo scandalo, qualcuno ipotizza persino il "Colpo
di Stato". Tante le posizioni, diametralmente opposte, su un uomo che ha
diviso il paese da sempre e continuerà a farlo. Politica e potere da sempre al
centro della storia di un Paese notevolmente cambiato dal Berlusconismo nel suo
intimo e questo é indiscutibile. Il
Processo. Una condanna a 7 anni, un anno in più rispetto alle
richieste dell'accusa e interdizione perpetua dai pubblici registri. I
reati ipotizzati due: del delitto di concussione previsto dall’art. 317 c. p.
per avere telefonato in Questura da Parigi la sera del fermo di Ruby
pretendendo il suo rilascio (avvenuto secondo le modalità ampiamente note), del
delitto di prostituzione minorile nella forma meno grave prevista nel comma 2
dell’art. 600 bis c. p. («atti sessuali con un minore di età compresa fra i
quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o altra utilità»). I fatti: le prove, una serie di
intercettazioni che hanno sconvolto il mondo, che in un qualsiasi altro Stato
avrebbero fatto dimettere un uomo politico per molto meno, per non ricordare la
prima difesa operata in Parlamento per giustificare una telefonata dello stesso
presidente Berlusconi per far rilasciare Ruby, ai funzionari di Stato giustificando
che quella ragazza fosse "la Nipote di Mubarak" ricoprendo di
ridicolo per mesi lo stato Italiano sulla stampa estera la nostra politica. La sentenza: Il Tribunale milanese
ha giudicato il Presidente responsabile di entrambi i reati. Pena Accessoria: interdizione perpetua
dai pubblici registri ed interdizione legale. Si tratta di
conseguenze che seguono ex legge alla condanna pronunciata: l’art. 317 bis c.
p. dispone infatti che la condanna per il reato di cui all’art 317 c. p.
comporta automaticamente l’interdizione perpetua dai pubblici uffici (e l’art.
29 c. p. soggiunge che essa segue comunque di diritto ad ogni condanna non
inferiore a cinque anni); l’art. 32 c. p. prevede a sua volta l’interdizione
legale a chi è stato condannato per un tempo non inferiore a cinque anni.
Oggi i commenti
dei Politici di Matelica su l’ennesimo processo a Berlusconi. Alessandro
Casoni, capogruppo “Matelica Ripartiamo” dichiara a RadioGold questa mattina:
"É un problema politico, non giudiziario. Sta facendo l'ingiusta fine di
Craxi. In Italia o si riformano le Istituzioni e la Giustizia, oppure non
intravedo un gran futuro. Adriano De Leo (Pdl): "Sicuramente avremo
maggiori elementi quando leggeremo le motivazioni della sentenza. Ma ascoltando
il dispositivo, pare di capire come dal Tribunale di Milano ci sia stato il
tentativo di fissare dei canoni di moralità pubblica, e questo non mi pare sia
il compito della giustizia". Massimo Montesi dichiara, ai nostri
microfoni, che le sentenze non si commentano. Da Fabriano, il caporedattore
Marco Antonini ha raggiunto il consigliere comunale di opposizione Danilo Silvi
della lista “Urbano Urbani Sindaco” che dichiara: "Secondo
me, per come ci hanno raccontato i fatti, è stato condannato in base a
indizi fasulli e un evidente accanimento della magistratura. In base a quello
che è accaduto, vi siete mai domandati quanti cittadini sono andati incontro ad
ingiustizie fatte da questi giudici che possono decidere come vogliono? Io ho
chiesto un consiglio ad una mia amica avvocato su un problema. Lei mi ha
risposto che ho ragione al 100% ma poi bisogna vedere come la pensa, come
interpreta la legge, o l'umore del giudice, quindi di cosa ci vogliamo
meravigliare? Quelli di sinistra festeggiano, non hanno capito in che dittatura
stiamo vivendo, basta che paghiamo senza ricevere nessun servizio. Ci
controllano in tutti i modi tramite telefono, internet, conti correnti ecc.
alla faccia della privacy e ancora parliamo di DEMOCRAZIA."
Gessica
Menichelli
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