martedì 25 giugno 2013

L'APPROFONDIMENTO. BERLUSCONI CONDANNATO: LE REAZIONI DA MATELICA DI CASONI, DE LEO E MONTESI. DA FABRIANO IL CONSIGLIERE SILVI

 
 
 
 
 

Processo Ruby. Il Presidente Berlusconi dopo una prima condanna a quattro anni di reclusione confermata in appello, è stato ieri condannato a sette anni dalla IV sezione del Tribunale di Milano. Il Pdl questa mattina tramite "l’esercito di Silvio" grida allo scandalo, qualcuno ipotizza persino il "Colpo di Stato". Tante le posizioni, diametralmente opposte, su un uomo che ha diviso il paese da sempre e continuerà a farlo. Politica e potere da sempre al centro della storia di un Paese notevolmente cambiato dal Berlusconismo nel suo intimo e questo é indiscutibile. Il Processo. Una condanna a 7 anni, un anno in più rispetto alle richieste dell'accusa e interdizione perpetua dai pubblici registri. I reati ipotizzati due: del delitto di concussione previsto dall’art. 317 c. p. per avere telefonato in Questura da Parigi la sera del fermo di Ruby pretendendo il suo rilascio (avvenuto secondo le modalità ampiamente note), del delitto di prostituzione minorile nella forma meno grave prevista nel comma 2 dell’art. 600 bis c. p. («atti sessuali con un minore di età compresa fra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o altra utilità»). I fatti: le prove, una serie di intercettazioni che hanno sconvolto il mondo, che in un qualsiasi altro Stato avrebbero fatto dimettere un uomo politico per molto meno, per non ricordare la prima difesa operata in Parlamento per giustificare una telefonata dello stesso presidente Berlusconi per far rilasciare Ruby, ai funzionari di Stato giustificando che quella ragazza fosse "la Nipote di Mubarak"  ricoprendo di ridicolo per mesi lo stato Italiano sulla stampa estera la nostra politica. La sentenza: Il Tribunale milanese ha giudicato il Presidente responsabile di entrambi i reati. Pena Accessoria: interdizione perpetua dai pubblici registri ed interdizione  legale. Si tratta di conseguenze che seguono ex legge alla condanna pronunciata: l’art. 317 bis c. p. dispone infatti che la condanna per il reato di cui all’art 317 c. p. comporta automaticamente l’interdizione perpetua dai pubblici uffici (e l’art. 29 c. p. soggiunge che essa segue comunque di diritto ad ogni condanna non inferiore a cinque anni); l’art. 32 c. p. prevede a sua volta l’interdizione legale a chi è stato condannato per un tempo non inferiore a cinque anni.

Oggi i commenti dei Politici  di Matelica su l’ennesimo processo a Berlusconi. Alessandro Casoni, capogruppo “Matelica Ripartiamo” dichiara a RadioGold questa mattina: "É un problema politico, non giudiziario. Sta facendo l'ingiusta fine di Craxi. In Italia o si riformano le Istituzioni e la Giustizia, oppure non intravedo un gran futuro. Adriano De Leo (Pdl): "Sicuramente avremo maggiori elementi quando leggeremo le motivazioni della sentenza. Ma ascoltando il dispositivo, pare di capire come dal Tribunale di Milano ci sia stato il tentativo di fissare dei canoni di moralità pubblica, e questo non mi pare sia il compito della giustizia". Massimo Montesi dichiara, ai nostri microfoni, che le sentenze non si commentano. Da Fabriano, il caporedattore Marco Antonini ha raggiunto il consigliere comunale di opposizione Danilo Silvi della lista “Urbano Urbani Sindaco” che dichiara: "Secondo me, per come ci hanno raccontato i fatti, è stato condannato in base a indizi fasulli e un evidente accanimento della magistratura. In base a quello che è accaduto, vi siete mai domandati quanti cittadini sono andati incontro ad ingiustizie fatte da questi giudici che possono decidere come vogliono? Io ho chiesto un consiglio ad una mia amica avvocato su un problema. Lei mi ha risposto che ho ragione al 100% ma poi bisogna vedere come la pensa, come interpreta la legge, o l'umore del giudice, quindi di cosa ci vogliamo meravigliare? Quelli di sinistra festeggiano, non hanno capito in che dittatura stiamo vivendo, basta che paghiamo senza ricevere nessun servizio. Ci controllano in tutti i modi tramite telefono, internet, conti correnti ecc. alla faccia della privacy e ancora parliamo di DEMOCRAZIA."

 

Gessica Menichelli

 

 


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