martedì 7 maggio 2013

UMBERTO VERONESI SENATORE A VITA? L'editoriale di Alessandro Moscè



La morte di Giulio Andreotti e di Rita Levi Montalcini apre la vicenda, tutta politica, della nomina dei senatori a vita. Girano i nomi di Silvio Berlusconi e di Romano Prodi. Siccome siamo sempre stati in favore della meritocrazia, proponiamo apertamente un altro nome indicandolo come il primo della lista: Umberto Veronesi, chirurgo di fama mondiale. Ricopre il ruolo di direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia e la sua attività clinica e di ricerca è stata incentrata per decenni sulla prevenzione e sulla cura del cancro. In particolare Veronesi si è occupato del carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna. E’ stato il primo teorizzatore e strenuo propositore della quadrantectomia, dimostrando come nella maggioranza dei casi le curve di sopravvivenza di questa tecnica, purché abbinata alla radioterapia, sono le medesime di quelle della mastectomia, ma a impatto estetico e soprattutto psicosessuale migliore. Umberto Veronesi ha dichiarato di recente: “Più che i tempi dico i fronti su cui ci si dovrebbe impegnare di più. Primo, la cura del malato. E già oggi il 60% dei pazienti guarisce. Secondo, il miglioramento della qualità della vita dei pazienti. E siamo a buon punto. Terzo impedire che la malattia si manifesti. Una buona dieta mediterranea può aiutare. Oggi, sul pianeta, ci sono due miliardi di persone che mangiano carne. Per questa loro alimentazione dobbiamo nutrire quatto miliardi di animali da allevamento. Cosa accadrebbe se tutti e sette i miliardi di esseri umani consumassero carne? Inoltre la carne è un pericolo per l’ambiente, dato che occorrono migliaia di litri d’acqua per produrre un chilo di carne”. Vedremo cosa succederà nel Parlamento italiano e quale convergenza verrà trovata. Confidiamo nella saggezza e nell’acume del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La ricerca scientifica è imprescindibile per la crescita del paese. Umberto Veronesi rappresenta in pieno il progresso e la crescita dell’Italia sotto il punto di vista della salute e della sanità. Ma questo, non dimentichiamolo, è il paese che ha negato una cattedra universitaria al Premio Nobel Carlo Rubbia (all’Università di Bari). Ribadiamo che bisogna incominciare a salvaguardare i talenti, le persone migliori, coloro che dimostrano un curriculum ineccepibilmente di alto profilo. Veronesi vale una nomina perché è valso la salvezza di molte vite. Ho conosciuto personalmente un grande oncologo come Mario Campanacci. Il sacrificio quotidiano per gli altri, in campo medico, specie laddove non tutte le competenze sono da considerare alla stessa stregua, assume un valore infinito e irrefutabile. Ma l’Italia sembra non essersene ancora accorta. L’universo politico anche meno.

Alessandro Moscè
Direttore Editoriale

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