Riceviamo e pubblichiamo.
La
Tares per le aziende: annosa questione che penalizza i siti
industriali, costretti a pagare una tassa per un servizio che di fatto
non utilizzano. Le aziende, infatti, pur pagando la Tares, non
usufruiscono della raccolta dei rifiuti da parte dell’amministrazione
comunale e devono sopportare da sole il costo dello
smaltimento. Non si parla chiaramente di rifiuti industriali
pericolosi, sottoposti giustamente a normativa ad hoc, bensì di quei
rifiuti assimilabili agli urbani (carta, cartone, platica e vetro). “Quando
abbiamo incontrato il Comune di Sassoferrato – ha spiegato Morgan
Clementi, Presidente del Comitato Territoriale del Fabrianese
di Confindustria Ancona – in particolare l’Assessore all’Ambiente Marco
Giulietti, l’amministrazione era in fase di delibera sul tema TARES. Le
aziende della zona industriale Berbentina hanno manifestato il loro
disagio e hanno richiesto una modifica del regolamento
comunale relativo ai rifiuti. Dopo un mese e mezzo, riscontriamo con
grande soddisfazione che il Comune ha inserito nel nuovo regolamento una
modifica che assimila i rifiuti industriali a quelli urbani.
Un
risultato davvero importante e un atteggiamento virtuoso che genera
vantaggi sia per le aziende che per lo stesso Comune: le prime
avranno un notevole risparmio, differente a seconda delle dimensioni
aziendali, ma comunque quantificabile in diverse migliaia di euro. Il
Comune, dal canto suo, aumentando la raccolta, disporrà di nuove entrate
derivanti dalla vendita dei rifiuti. Siamo
riusciti insieme a modificare una regola che si potrebbe cambiare
ovunque: mettendo da parte posizioni preconcette e puntando
ad un obiettivo comune, il beneficio è soprattutto per il territorio
che diventa più competitivo e di conseguenza più attrattivo. Una vera
best practice che ci auspichiamo possa essere replicata anche in altri Comuni del fabrianese”. Rimane ora la fase operativa: le aziende dovranno scrivere al Comune di Sassoferrato per ricevere i contenitori per
carta,
cartone, plastica e vetro; l’amministrazione comunale si riserva la
valutazione di casi specifici in cui l’assimilazione produrrebbe disagi o
disservizi
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