I carabinieri si sono finti agricoltori per coglierli in flagrante
Era da diverso tempo che i
militari della Stazione di Sassoferrato, alla guida del Luogotenente Rinaldi,
avevano appreso che, molto probabilmente, un dipendente di Ancona Ambiente
(azienda che si occupa della raccolta differenziata dei rifiuti) era solito
impossessarsi di gasolio asportandolo dagli automezzi della predetta azienda,
parcheggiati nel deposito sito in quella località Fornaci. Acquisiti gli
elementi informativi necessari, i militari hanno organizzato una serie di
prolungati servizi di osservazione e pedinamento nei confronti del
presunto dipendente infedele. Dopo aver studiato le mosse dell’uomo, ieri
pomeriggio i carabinieri hanno organizzato il servizio decisivo, disponendo
punti di osservazione in più luoghi prossimi alla località Fornaci,
servendosi non solo mezzi di osservazione a distanza, ma camuffandosi anche da
agricoltori nei campi circostanti. Così, verso le ore 12,30 di ieri, i
militari in osservazione vedono giungere all’interno del deposito il sospetto a
bordo della sua autovettura, con all’interno sua moglie ed il fidanzato della
figlia. Una volta all’interno, tutti e tre si sono adoperati per
prelevare il carburante da alcuni automezzi e travasarlo in alcune taniche, che
successivamente hanno caricato sull’autovettura, con la quale hanno poi
lasciato il sito di stoccaggio. I Carabinieri di supporto, informati di quanto
constatato dai colleghi in osservazione, hanno provveduto a bloccare i tre. Alla domanda da dove provenisse tale carburante,
gli occupanti hanno prima riferito averlo acquistato presso un distributore
poco distante, salvo poi ammettere le proprie responsabilità di fronte a più
specifiche e puntuali contestazioni. Ritenendo i tre responsabili del reato di
peculato in concorso (Uno degli arrestati è dipendente della Ancona Ambiente,
società municipalizzata e, quindi, incaricato di un pubblico servizio), sono
stati arrestati e, su disposizione del PM di turno, sono stati condotti presso
i loro domicili per lì rimanere al regime degli arresti domiciliari. Nel corso
dell’attività investigativa, i Carabinieri di Sassoferrato hanno anche appurato
che in pregresse circostanze anche la figlia minore della coppia si era resa
responsabile della predetta fattispecie e, pertanto, verrà denunciata alla
Procura dei minori per lo stesso reato. Ora tutti rischiano una pena sino a 10
anni di reclusione, essendo il peculato un reato molto grave commesso dai
Pubblici Ufficiali contro la Pubblica Amministrazione
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