LA NOTTE del 9 febbraio ’64 l’epopea americana dei
Beatles iniziò da un teatro affacciato su Broadway tra la 53a e 54a
strada. A ospitarli era il leggendario Ed Sullivan nel suo varietà
televisivo, uno dei più amati del paese. I Fab Four passarono davanti
alle telecamere della Cbs come l’uragano Sandy sopra la Statua della
Libertà e dopo di loro nulla sarebbe stato più lo stesso. Col placet dei
73 milioni di americani incollati al teleschermo.
È PROPRIO per
solennizzare il mezzo secolo della “beatlemania” oltreoceano che la Cbs
si prepara a mandare in onda domenica prossima “The night that changed
America: a Grammy salute to The Beatles”, il megashow registrato a Los
Angeles all’indomani della cerimonia di consegna dei Grammy Awards con
ospiti del calibro di Tom Petty, Tom Hanks, Rita Wilson, Jeff Bridges,
Sean Penn, Johnny Depp, LL Cool J, Peter Frampton, Steve Lukather, e le
vedove di John e George Yoko Ono e Olivia Harrison. In scena pure Ringo
Starr e Paul McCartney, protagonisti con gli altri ospiti di un gran
finale sulle note di “Hey Jude”. Intanto la casa discografica pubblica
“The U.S. Albums”, box con 13 cd in cui trovano posto le versioni
americane di tutti i dischi del quartetto.
«LENNON, Harrison,
McCartney e Starr sbarcarono in America appena undici settimane dopo
l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, con il paese ancora sotto choc
per i fatti di Dallas; ma i duecento giornalisti e i quattromila fan
accorsi all’aeroporto per l’arrivo del volo Pan Am 101 da Londra dettero
subito il segno di un paese desideroso di voltare pagina» spiega nel
gelo di una New York stretta nella sua morsa di neve Rolando Giambelli,
fondatore e anima di quei Beatlesiani Associati d’Italia che da anni
rappresentano il più accreditato fan club del quartetto di qua dalle
Alpi. Col figlio Alessandro Giambelli forma il duo musicale Two of Us ed
è proprio dietro questa sigla che si sono esibiti ieri notte all’Apollo
Theater di Harlem nell’ambito di “Twist & Shout: New York Celebrate
The Beatles”, il ciclo di eventi messi in cartellone dalla Grande Mela
per festeggiare la ricorrenza. Ospite d’eccezione della serata, l’ex
Supreme Mary Wilson. «Una delle versioni più apprezzate di “Please Mr.
Postman” è proprio quella di Diana Ross con le Supremes, anche se il
brano fu portato al successo dalle Marvelettes e poi ripreso dai Beatles
che l’inserirono nell’album uscito in Italia col titolo “I favolosi
Beatles”, oggi rarissimo - prosegue Giambelli -. Quella di John, George,
Paul e Ringo, infatti, è soprattutto l’America di “Please Mr. Postman” o
di inossidabili hit firmate Chuck Berry come “Rock’n’roll music” e
“Roll over Beethoven”».
E SE oggi cadono i cinquant’anni dei primi show americani dei Fab Four, nel 2015 a festeggiare mezzo secolo sarà il tour italiano. «Prima di tornare in America per esibirsi al Shea Stadium, i Beatles arrivarono in concerto nel nostro paese per suonare a Milano, Genova e Roma. La coincidenza con l’Expo 2015 ci permette un anniversario del concerto al Vigorelli in grande stile, con mostre fotografiche a Brescia e Milano e la ferma intenzione di coinvolgere sia McCartney sia Ringo Starr».
E SE oggi cadono i cinquant’anni dei primi show americani dei Fab Four, nel 2015 a festeggiare mezzo secolo sarà il tour italiano. «Prima di tornare in America per esibirsi al Shea Stadium, i Beatles arrivarono in concerto nel nostro paese per suonare a Milano, Genova e Roma. La coincidenza con l’Expo 2015 ci permette un anniversario del concerto al Vigorelli in grande stile, con mostre fotografiche a Brescia e Milano e la ferma intenzione di coinvolgere sia McCartney sia Ringo Starr».
Fonte: Andrea Spinelli IL RESTO DEL CARLINO edizione 7 Febbraio 2014
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